Sarà l'Estonia la 17° a pagare in Euro
Bruxelles apre la porta dell’eurozona all’Estonia dal 1 gennaio 2011, ma la Banca Centrale si apposta dietro all'uscio pronta a sbatterla fuori. Alle entusiastice dichiarazioni del presidente della Commissione Europea Barroso e del suo entourage sull'entrata nell'euro della piccola repubblica Baltica a partire dal 1 gennaio 2011, ha risposto ben presto la Banca centrale europea, che ha messo in guardia l’Estonia contro gli elevati rischi deflazionistici che si potrebbero verificare a Tallinn una volta adottata la valuta unica. L'ottimismo Ue emerge dopo la presentazione del rigoroso piano sui conti pubblici dei Paesi membri. In quella occasione era stato direttamente il presidente della Commissione Barroso a caldeggiare l'ingresso nell'eurozona dell'Estonia a partire dal 1 gennaio 2011, considerato un grande segnale di ottimismo sulla bontà del progetto europeo e sulla sua valuta unica. "Questo nuovo ingresso dimostra la fiducia nell’euro" ha commentato Barroso, galvanizzato anche dal parere estremamente positivo del commissario agli Affari economici Olli Rehn. "E' un segnale forte per la zona euro e, più complessivamente per l’Unione europea, la cui stabilità non è in discussione". Tra i fattori che hanno permesso alla nazione baltica di soddisfare i parametri di Maastricht: il calo dei prezzi dello 0,7% nel periodo aprile 2009-marzo 2010, a fronte di una crescita dell’1% richiesta. Insomma, anche se per l'approvazione ufficiale bisognerà attendere l'ok da parte dei singoli Paesi dell'Euro, sembra che l'Estonia abbia ormai il pass per diventare la 17° nazione a mettersi nel portafoglio la valuta europea. Moniti, però, arrivano come detto dal rapporto della Banca Centale Europea. Anche a causa del periodo congiunturale negativo, l'Estonia qualche parametro da aggiustare ce l'ha. In primis a preoccupare è il rischio che l'inflazione estone non riesca a salire prima dell'adozione dell'Euro, elemento questo auspicabile in virtù "L'inflazione dovrà aumentare nei prossimi mesi - si legge nel rapporto della Bce -. L'attuale calo è dovuto anche ao fattori temporanei della crisi, che ha anche causato un crollo del Pil del 14,1% lo scorso anno. Tuttavia una volta concluso l'aggiustamento sarà complicato mantenere un tasso d’inflazione basso dato il margine di manovra limitato della politica monetaria".