Generali esposta per 2,57 miliardi nei Paesi a rischio

Roberto Amaglio

Quattordici miliardi investiti nelle obbligazioni dei Paesi più sotto pressione fiscale a livello Europeo. Sono questi i dati di Generali, la compagnia assicurativa triestina guidata da Cesare Geronzi che oggi ha illustrato agli azionisti quante risorse siano attualmente investite nell'area "Pigs" (acronimo per Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna),  il ventre molle dell'economia continentale. Il direttore generale della società Raffaele Agrusti ha parlato di obbligazioni in questi Stati per un valore complessivo di 14 miliardi di euro, così ripartiti: 3,98 miliardi lordi investiti nel Portogallo, 4,16 in Spagna, 1,79 in Irlanda e 4 in Grecia, di cui il 90% investiti nei portafogli vita. Nonostante la cifra da far tremare i polsi agli azionisti, al netto delle imposte e delle competenze degli assicurati l'esposizione netta della compagnia italiana scende ai 2,57 miliardi di euro. In tal senso l'esposizione netta più alta è quella in Grecia (810 milioni di euro), seguita da quella in Spagna (800 milioni). Insomma, visti i dati di esposizione, oltre ai vari Paesi Europei il piano salva Europa piace tanto anche agli azionisti e ai vertici del leone alato italiano. Tuttavia a tranquillizzare gli analisti e i soci di Generali sono i profitti registrati nel primo trimestre dell'anno. L'utile netto registrato è stato infatti di 527 milioni, ossia cinque volte tanto i 104 milioni dello stesso periodo 2009. La crescita è quindi del del 22%, a 1,2 miliardi, soprattutto grazie al risultato operativo e alla raccolta premi totale, che rappresentano un indotto di 20,9 miliardi (+16,2%).