Pernacchie
Repubblica, Stampa, Domani? Roba da ridere: occhio a questi tre titoli su Trump
Ci credevano, ci credevano davvero. Tutti quei quotidiani che fra ieri e oggi hanno di colpo disconosciuto Kamala Harris, nei mesi passati avrebbero scommesso tutto sulla vice di Biden. Tanto che, dal giorno dell’annuncio della corsa alla Casa Bianca, non hanno fatto che incensarla mettendo in fila tutte le fantomatiche doti della ex procuratrice. Il culmine della campagna in favore dei democratici si era raggiunto il giorno dopo il dibattito fra lei e Donald Trump.
Titoli entusiasti, toni trionfalistici che preannunciavano la vittoria contro il pericolo rappresentato da The Donald. «Harris batte Trump, speranza contro rabbia», ci spiegava Repubblica in prima pagina. Per il quotidiano era un fatto «abbastanza assodato e condiviso» che la dem, una sorta di Luke Skywalker al femminile, avesse vinto il confronto. Successo assodato e condiviso nella loro redazione, probabilmente. Di certo, non fra gli americani che hanno votato martedì.
Ancora più trionfalistici i toni de La Stampa che si spinse fino a un «Harris domina Trump», ironizzando poi sul giallo degli animali scomparsi nella cittadini di Springfield e per cui il nuovo Presidente eletto aveva puntato il dito contro gli immigrati haitiani. La spocchia era già quella di chi si sentiva la partita in tasca: «Si sono levati sospiri di sollievo in tutto il mondo al termine del dibattito». A furia di sospirare però, i nostri esperti di politica a stelle e strisce si sono dimenticati di chiedere agli elettori made in Usa cosa ne pensassero.
Dulcis in fundo, il Domani dell’ingegnere De Benedetti. Da quelle parti forse già stavano stappando champagne: «Harris stravince il duello televisivo». Preludio di quanto sarebbe dovuto succedere a novembre con il taycoon «che vede fantasmi e attacca la Abc e Taylor Swift». Morale: Trump vedrà di nuovo lo studio ovale, lasciando i fantasmi ei concerti della pop star a Harris e rinkamaliti vari.