L'Italia va
Bankitalia, l'uno-due di Mattarella e Panetta demolisce il catastrofismo della sinistra
Ricordate i tentativi di sindacati e opposizioni di negare i record sull’aumento dell’occupazione, di sminuire la crescita del Pil e di snobbare la resistenza delle nostre imprese? Ebbene, dimenticate tutto. È bastato qualche piccolo segnale di frenata per rendere di nuovo i dati attendibili e inoppugnabili. Di più, la prova provata che il governo Meloni nonne azzecca una e sta trascinando il Paese nel baratro.
Peccato che il contrordine compagni sia arrivato proprio nei giorni in cui due pezzi da novanta come Sergio Mattarella e Fabio Panetta, capo dello Stato faro della sinistra antigovernativa il primo, autorevole e mai discusso governatore di Bankitalia il secondo, hanno deciso di mandare in frantumi la narrazione declinista dell’opposizione politico-mediatica-sindacale con parole che sembrano uscite da un videomessaggio di Giorgio Meloni. Ad aprire le danze è stato un paio di giorni fa il presidente della Repubblica. «Se consideriamo gli ultimi cinque anni, il Pil nazionale è aumentato percentualmente più di quelli francese e tedesco. L’occupazione cresce, e così i contratti di lavoro a tempo indeterminato. Le esportazioni italiane continuano a registrare dati positivi, a sostegno del prodotto nazionale. Merito ulteriore di quelle aziende che sono state capaci di affrontare i rischi e le opportunità della globalizzazione», ha detto Mattarella durante la cerimonia di premiazione dei nuovi Cavalieri del lavoro (tra cui Marina Berlusconi). Un abbaglio? Un discorso preparato con troppo anticipo e non tempestivamente corretto? Già, perché proprio mentre il capo dello Stato parlava, l’Istat diffondeva le sue stime preliminari sul Pil del terzo trimestre registrando una crescita piatta, a +0,4% anno su anno (...)
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