La decisione
Bce, altro taglio dei tassi di 25 punti: tutte le decisioni del board
Dopo la folle corsa degli ultimi mesi, prosegue il trend ribassista sui tassi di interesse: la Bce infatti ha deciso per un altro taglio. Nel dettaglio il tasso sui depositi passa da 3,75% a 3,50%, quello sui rifinanziamenti principali, per l'aggiustamento tecnico causato dal nuovo quadro operativo, scende al 3,65% dal 4,25% e per lo stesso motivo il tasso sui prestiti marginali cala a 3,90% dal 4,50%.
L'istituto guidato da Christine Lagarde spiega: "I recenti dati sull'inflazione sono stati sostanzialmente in linea con le attese e le ultime proiezioni dei servizi della Bce confermano le precedenti prospettive sull'inflazione. Secondo i servizi della Bce, l'inflazione complessiva dovrebbe attestarsi in media al 2,5% nel 2024, al 2,2% nel 2025 e all'1,9% nel 2026, come nelle proiezioni di giugno. Si prevede che l'inflazione torni a salire nell'ultima parte dell'anno, in parte perché i precedenti forti cali dei prezzi dell'energia si esauriranno nei tassi annuali", così in una nota l'istituto di Francoforte.
E ancora, la Banca centrale europea mette in rilievo come "l'inflazione dovrebbe poi scendere verso il nostro obiettivo nella seconda metà del prossimo anno. Per quanto riguarda l'inflazione di fondo, le proiezioni per il 2024 e il 2025 sono state riviste leggermente al rialzo, poiché l'inflazione dei servizi è stata più alta del previsto. Allo stesso tempo, lo staff continua a prevedere un rapido calo dell'inflazione di fondo, dal 2,9% di quest'anno al 2,3% nel 2025 e al 2,0% nel 2026".
Nella medesima nota, però, il board della Bce rivede leggermente al ribasso le stime di crescita dell'Eurozona rispetto alle ultime proiezioni di giugno: il Pil crescerà di 0,8% nel 2024, dell'1,3% nel 2025 e dell'1,5% nel 2026, "principalmente per effetto del minore contributo della domanda interna nei prossimi trimestri". E ancora, secondo l'Eurotower, "le condizioni di finanziamento rimangono restrittive", mentre "l'attività economica resta contenuta, di riflesso alla debolezza dei consumi privati e degli investimenti", concludono dalla Bce.