Panino e listino
Occhio all’euforia. Spesso porta guai
“Powell (Fed): è ora di tagliare i tassi” così titolava il Sole 24 Ore di sabato. Probabilmente a qualche boomer lettore o boomer del settore finanziario sarà scesa la lacrima dell’amarcord perché nelle speranze di ogni investitore rialzista queste parole sono un richiamo a quanto accaduto nell’agosto del 2010.
Eravamo sempre a Jackson Hole ma il presidente era Ben Bernanke. L’economia e la finanza si stavano lentamente riprendendo dalla più grande crisi dei tempi moderni e in una fase in cui la congiuntura sembrava dare nuovi segni di cedimento Bernanke decide di dare una vigorosa sferzata di liquidità. «Il problema in questa fase non è se abbiamo gli strumenti per aiutare a sostenere l’attività economica ma è proteggerci dalla disinflazione». Questa è stata interpretata come una dichiarazione di guerra a ogni tipo di debolezza economica. Parole che hanno regalato ottimismo alla fantasia degli investitori e sarà l’inizio dei 10 annidi euforia da politica monetaria.
E anche l’avvio della notorietà di Jackson Hole come luogo di culto. Perché diciamoci la verità, di questo posto della Contea di Teton nello stato del Wyoming non fregava niente a nessuno e soprattutto prima dell’era Bernanke e dei fatti sin qui raccontati, non c’era l’ossessione per la politica monetaria. Dopo le parole di Powell di venerdì le borse hanno avuto un abbrivio al rialzo trasformando le promesse del banchiere in una certezza. Per capire quanto siano sbagliate le interpretazioni voglio ricordare che le parole di Bernanke nel 2010 arrivavano dopo numerosi tagli ai tassi che avevano portato i FED FUNDS dal 6% a zero. In mezzo però c’era stata una recessione. I media e gli analisti o stanno ingannando gli investitori o ancora non hanno capito quali sono i market mover di questo ciclo, non sono i tassi le reali esigenze del mercato ma è qualcosa che scopriremo quando tra qualche anno la bolla scoppierà. Non lo avete ancora capito?
NVIDIA:
L’hanno chiamato in tutti i modi per far capire che l’appuntamento con la trimestrale di Nvidia è il main event sui mercati. L’attesa è pari alla finale per il Super Bowl, e ci sono anche i tifosi, ma solo per una squadra perché di ribassisti sul titolo non se ne trovano nemmeno a pagarli oro o Bitcoin. Dalla Silicon Valley a Wall Street si dice che stanno organizzando dei “watch party” per seguire in diretta l’evento. Tutto ciò cosa vi fa pensare? E che non ci sia nemmeno un analista con un giudizio “sell”?
SUPER MICRO COMPUTER:
Se vi dico 2002 cosa vi viene in mente? E se aggiungo nomi come Tyco, Adelphia, Qwest e Worldcom? Solo per citare i nomi più importanti. Fanno tutti parte dello scandalo contabilità. E mentre tutti guardano Nvidia, SMCI crolla, dai massimi il titolo vale 1/3, in soli 6 mesi. Volevate motivi per scendere?
NASDAQ:
Prima di Nvidia e Super Micro ricordo che lunedì c’è stata la delusione PDD la holding che controlla Temu. La discesa non sarà un episodio isolato.