Scontro

Urso contro Elkann: "Stellantis è inadempiente. Risposte o cancelleremo i fondi"

Tocca alla Fiat assumersi la responsabilità sociale, tocca a Stellantis rilanciare l’auto in Italia e noi aspettiamo una risposta da tempo. Il governo ha fatto la sua parte, Stellantis no». È netto il giudizio del ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, sugli impegni (disattesi) della multinazionale dell’auto che oggi include anche l’ex Fiat della famiglia Agnelli. E nel suo intervento al meeting di Rimini offre una constatazione che porta in dote anche un avvertimento: o Stellantis/Fiat farà come si è impegnata o le risorse economiche destinate perla realizzazione della gigafactory finiranno altrove. A chi è facilmente immaginabile: un nuovo soggetto (magari il fantomatico partner cinese che fa capolino da tempo in incontri più o meno ufficiali con i tecnici del ministero di Via Veneto. La ricostruzione degli incontri con i vertici di Stellantis negli ultimi mesi - a favore della platea del Meeting di Cl a Rimini - lascia poco spazio ai “non avete capito”, “intendevo altro”. «Nel primo incontro con il ceo Carlos Tavares», ha ricordato il ministro Urso, il manager di origini portoghesi «mi chiese due cose per progettare lo sviluppo dell’auto italiana. E per raggiungere l’obiettivo di un milione di veicoli». (...)

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