Porta a porta addio

Avon dichiara bancarotta: il talco e un modello di business superato

Nicoletta Orlandi Posti

Avon, il marchio che per decenni ha incarnato l’immagine della bellezza a portata di mano, ha dichiarato bancarotta. Un destino amaro, segnato da una serie di cause legali legate all’utilizzo di talco, che ha scosso le fondamenta di un’azienda storica. Per generazioni, Avon ha rappresentato non solo una via d’accesso ai prodotti cosmetici, ma un vero e proprio rito sociale, un simbolo di emancipazione femminile e di vicinanza tra le donne. Fondata nel 1886, Avon ha saputo conquistare un posto speciale nel cuore di diverse generazioni. Non era solo una questione di rossetti e profumi, ma di connessioni umane. Le "Avon Ladies" rappresentavano una figura familiare, un’amica che bussava alla porta con il suo carico di bellezza e speranza. In un’epoca in cui le donne iniziavano a entrare nel mondo del lavoro, Avon offriva una forma di indipendenza economica, un’opportunità per guadagnare e sentirsi parte di una rete di sostegno.

 

Tuttavia, il sogno si è infranto contro la dura realtà dei tribunali. Le preoccupazioni relative all’uso di talco e il suo possibile legame con il cancro ovarico hanno portato a numerose cause, che hanno colpito duramente le finanze dell’azienda. La società ha dovuto affrontare la sua prima richiesta di risarcimento danni nel 2010 ma ora sono pendenti 386 cause legali, ha scritto il responsabile della ristrutturazione Philip Gund nella dichiarazione depositata presso il tribunale fallimentare degli Stati Uniti a Wilmington, nel Delaware. In precedenza erano ricorsi alla bancarotta per lo stesso motivo Johnson & Johnson.

 

Ma la bancarotta di Avon non rappresenta solo il fallimento di un modello di business; è il segnale di un cambiamento più profondo, che coinvolge anche la percezione della bellezza e della cura personale. Nel corso degli anni, la consapevolezza del pubblico riguardo ai rischi associati a determinati ingredienti cosmetici è cresciuta esponenzialmente. Se un tempo la bellezza era spesso considerata una questione di estetica pura, oggi si presta molta più attenzione alla salute e al benessere. Le donne, informate e sempre più critiche, non sono più disposte a sacrificare la loro salute per aderire a standard di bellezza imposti dalla società. Questo cambiamento si riflette nella crisi di Avon, che ha pagato caro il prezzo la superficialità nei confronti di questioni così rilevanti.  Avon non è l’unica azienda a dover fare i conti con una nuova realtà. Molti marchi iconici si trovano oggi a navigare in acque agitate, tra richieste di trasparenza, nuove regolamentazioni e una società che sta riscrivendo le sue regole. I consumatori vogliono prodotti sicuri, efficaci, e che rispettino l’ambiente e la salute. Estetica e salute ormai vanno di pari passo.