Motori

Stellantis cancella il Tricolore sulle auto Fiat fatte all'estero

Attilio Barbieri

Stellantis ammaina il tricolore. Per evitare nuove grane, dopo il sequestro al porto di Livorno di 134 Topolino e Topolino Dolcevita, prodotte in Marocco, il gruppo guidato da Carlos Tavares ha deciso di togliere la bandierina bianca rossa e verde da tutte le vetture a marchio Fiat importate in Italia. Dopo la vetturetta made in Marocco il tricolore è sparito dalla carrozzeria delle Fiat 600 prodotte nello stabilimento polacco di Tychy. Il sequestro delle Topolino è stato condotto dalla Guardia di Finanza, che ha applicato alla lettera l’articolo 4 della legge Finanziaria 2004, approvata nel dicembre 2003. Il comma 49 dell’articolo 4 di quella legge stabilisce che si debba considerare un reato mettere in commercio «prodotti e merci non originari dall’Italia» con la stampigliatura del made in Italy o comunque con indicazioni e simboli che possano «indurre il consumatore a ritenere che il prodotto sia di origine italiana». La procura di Livorno ha pure aperto un’inchiesta per il reato di vendita di prodotti industriali con segni mendaci, in base all’articolo 517 del codice penale e da quel che riferiscono i giornali locali sarebbe indagato un manager di Stellantis.


Fra l’altro la decisione su Topolino e 600 arriva a pochi mesi di distanza dalla polemica con il ministro del Made in Italy Adolfo Urso sull’Alfa Romeo Milano, pure lei prodotta interamente nello stabilimento polacco di Tychy e ribattezzata in tutta fretta “Junior”. «Un’auto chiamata Milano non può essere prodotta in Polonia. Questo è vietato dalla legge» aveva detto Urso. Ora, per evitare di incappare nuovamente nelle norme contro l’italian sounding, i vertici della casa franco-italiana hanno deciso di far sparire tutti i tricolori. Interpellato dalle agenzie stampa un portavoce di Stellantis Italia ha precisato che l’azienda ha deciso «di propria iniziativa» di rimuovere l’elemento grafico con la bandierina italiana dal paraurti posteriore delle Fiat 600. Precisando che «la presenza dei colori della bandiera italiana sul veicolo non aveva altra finalità che indicare l’origine imprenditoriale del prodotto, il cui design e stile sono stati ideati e progettati da un soggetto italiano, Stellantis Europe, detentore del marchio Fiat».

 

 

E comunque, sempre secondo la stessa fonte «la società ha chiaramente dichiarato, sin dal lancio della Fiat 600 che la vettura viene assemblata in Polonia. Stellantis Europe intende ribadire con questa iniziativa la propria volontà di operare in assoluta trasparenza sul luogo di assemblaggio dei propri prodotti e di prevenire ogni equivoco». Vediamo cosa diranno i giudici livornesi. Intanto torna a salire il malcontento fra i dipendenti italiani del gruppo. I lavoratori aderenti ai sindacati Uilm, Fiom e FlmuCub hanno scioperato nello stabilimento di Cassino contro l’aumento dei ritmi produttivi e dei carichi di lavoro e sono pronti a incrociare nuovamente le braccia oggiin tutti i reparti se l’azienda non cambierà l’organizzazione del lavoro.