Aria nuova in viale Mazzini
Giovanni Minoli contro Annunziata: "Credevo fosse una donna di parola"
Giovanni Minoli è uno che la televisione l’ha fatta nel vero senso della parola. Delle migliori che si ricordi: ha inventato da Mixer a Un posto al sole, da La Storia siamo noi a Quelli della notte. E le reti le ha dirette: prima Rai2 poi Rai3, poi Rai Educational, poi Rai Scuola. Per questo il suo parere su quanto sta accadendo viale Mazzini è importante e imprescindibile. Intervistato da Edoardo Sirignano per il Tempo il giornalista sostiene che in Rai "sta cadendo un muro" spiegando che "quando una cosa che è monopolista diventa duopolista c’è, senza ombra di dubbio, un cambiamento". E non vede alcuno scandalo nel boicottaggio dello sciopero promosso dall'Usigrai ad opera di colleghi che si riconoscono nell'Unirai. "Mi sembra normale dialettica", puntualizza. "Quell’Usigrai, che era abituata a dominare, adesso non lo fa più. Come ci sono la Cgil, la Cisl e la Uil, è forse un bene che ci sia un pluralismo sindacale anche in Rai. Se vogliamo sostenere qualcosa di incredibile, diciamo che cade un muro".
Minoli dice la sua anche sul monologo di Antonio Scurati "censurato" da Viale Mazzini. "Siamo alle comiche", tuona il giornalista osservando "tanto rumore per un programma che fa il tre per cento". "Se fosse dipeso da me", incalza, "l’avrei mandato come sigla, come intermezzo e sigla di coda. Mi è sembrata una questione di lana caprina. Ognuno, poi, ci gioca sopra come vuole e soprattutto il protagonista ne trae un vantaggio, sia in termini di pubblicità che forse di vendita dei libri. Perfino Augias ha affermato che nella televisione democristiana una cosa del genere non sarebbe mai capitata".
L'ex giornalista Rai, cacciato tante volte pur avendo ideato format di successo che hanno fatto la storia della televisione, smonta anche le giustificazioni di chi ha abbandonato l'azienda. Macchè fuggitivi, puntualizza Minoli spiegando che "secondo tale tesi tutti i giocatori che cambiano casacca sarebbero fuggitivi, lo stesso Dybala che dalla Juventus è passato alla Roma". "Non mi risulta, però", incalza, "che nessuno abbia mai messo Fabio Fazio in condizione di andarsene. Al contrario, mi risulta che avesse firmato un contratto diversi mesi prima dell’annuncio". Per l'ex direttore, il conduttore di Che tempo che fa "ha deciso di cambiare perché aveva voglia di fare una nuova esperienza. Stesso discorso vale per Berlinguer o Merlino". Poi l'affondo contro Lucia Annunziata: "Mi ha sorpreso perché la ritenevo una donna di parola. Aveva detto vado via perché non mi sento bene, così come che non si sarebbe candidata mai alle europee. E infatti non si è candidata, ma l’hanno candidata", conclude ironico Minoli.