Il conguaglio
Pensione di reversibilità, rimborsi in arrivo nel 2024: chi ne ha diritto
Buone notizie per i percettori della pensione di reversibilità: alcuni di loro hanno diritto a dei rimborsi quest'anno. A deciderlo una sentenza della Corte Costituzionale, a seguito della quale l'Inps dovrà erogare delle somme ingiustamente trattenute. Fino a non molto tempo fa, era prevista per legge una sforbiciata alla pensione di reversibilità di chi avesse continuato a incassare redditi propri. Nello specifico, la pensione di reversibilità veniva progressivamente ridotta al crescere del reddito. Proprio su questo, a giugno dell'anno scorso, è intervenuta la Consulta, che ha dichiarato incostituzionale il meccanismo.
Per questo l’Inps erogherà i dovuti rimborsi a chi abbia ricevuto una pensione di reversibilità a importi ridotti negli ultimi 5 anni. Agli aventi diritto sarà versato un conguaglio con i mancati importi per gli anni che vanno dal 2019 al 2023. Dal 2024, invece, i conti verranno fatti direttamente secondo quanto stabilito dalla Corte Costituzionale. Fino all'anno scorso i tagli erano previsti per chi avesse avuto un reddito proprio superiore a 4 volte il trattamento minimo, senza che facesse parte di nuclei familiari con figli minori, studenti o disabili.
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Per ogni anno, come riportato da QuiFinanza.it, questi erano i limiti di reddito di riferimento oltre a cui scattavano i tagli:
2019 – redditi personali oltre i 20.007,39 euro annui;
2020 – redditi personali oltre i 20.107,62 euro annui;
2021 – redditi personali oltre i 20.107,62 euro annui;
2022 – redditi personali oltre i 20.449,26 euro annui;
2023 – redditi personali oltre i 21.985,86 euro annui.
Questi rimborsi, che conterranno anche interessi e rivalutazione, riguardano la pensione di reversibilità riconosciuta al coniuge o agli eredi, in assenza del coniuge. Mentre sono esclusi dai conguagli coloro che negli ultimi 5 anni hanno incassato un reddito proprio inferiore a 3 volte il trattamento minimo; e coloro che fanno parte di un nucleo familiare in cui sono presenti figli minorenni, studenti o disabili di qualsiasi età.
A fare una simulazione è Altroconsumo, che fa l'esempio di una pensione originaria di 150mila euro. Alla morte del percettore, il superstite ha diritto al 60% di 150mila euro, pari a 90mila euro. Poi, se i redditi del coniuge nel 2023 sono stati pari a 22mila euro, allora gli spetta una differenza di 500 euro per quell’anno. Per ottenere questo rimborso, comunque, non è necessario fare alcuna domanda: è l’Inps che avvierà la pratica in modo automatico.