Mattone
Imu, arriva la stangata sui proprietari di casa: chi deve pagare e quando
Dal 2012, quando venne introdotta dal governo Monti, l’Imu è costata agli italiani la bellezza di 270 miliardi di euro. Un vero salasso, che ha aumentato notevolmente il peso della tassazione sugli immobili per famiglie e imprese. Secondo Confedilizia, se fosse rimasta l’Ici, i proprietari di immobili avrebbero versato allo Stato, nello stesso periodo di tempo, 160 miliardi di euro in meno. Insomma, a distanza di 12 anni dalla sua introduzione, il conto dell’Imposta municipale unica è parecchio salato. E presenta evidenti storture, se è vero, come spiega sempre l’associazione dei proprietari di casa, che tra il 2011 e il 2022 gli immobili ridotti a ruderi sono più che raddoppiati, passando da 278.121 a 610.085 (+119%). Il motivo? Oltre al semplice decorso del tempo, per Confedilizia incidono anche «gli atti concreti» dei proprietari per evitare il pagamento dell’imposta. In ogni caso, oggi scade il termine per il saldo dell’odiata patrimoniale sulla casa (esclusa la prima), che produce un gettito per l’erario di 22 miliardi all’anno. Mala giornata è cerchiata di rosso sul calendario dei contribuenti italiani per una serie di scadenze fiscali. A cominciare dal versamento delle prime due rate della Rottamazione-quater. Ma andiamo con ordine.
L’IMPOSTA
Il termine per pagare la seconda rata dell’Imu per il 2023, con l’eventuale conguaglio, cadeva il 16 dicembre, ma trattandosi di un sabato è slittato a oggi. L’imposta municipale va versata in due quote annuali: una a titolo di acconto e l’altra a saldo (più conguaglio). Sono chiamati alla cassa i proprietari di immobili diversi dalla prima casa, ma alcuni potrebbero dover pagare anche a febbraio. Un emendamento alla legge di bilancio concede infatti una sorta di proroga ai Comuni per rivedere le aliquote. In totale sono 211 i centri interessati, che dovranno pubblicare sul sito del ministero delle Finanze la relativa delibera entro il 15 gennaio (e non il 28 ottobre). Si tratta di Comuni che sono in ritardo nell’adozione delle delibere per fissare le aliquote Imu per quest’anno: per cui alla prima rata di giugno e alla seconda di dicembre, potrebbe aggiungersene una terza, da saldare entro il 29 febbraio. In sostanza, se le aliquote rese note successivamente al pagamento del 18 dicembre risulteranno superiori a quelle in vigore fino a quel momento, i contribuenti dovranno pagare la differenza (senza interessi e sanzioni) in una sorta di terza mini-rata. Recentemente il Ministero dell’Economia ha chiarito con un comunicato che l’imposta non è dovuta per gli immobili occupati abusivamente.
Leggi anche: Pensioni, chi può andare via da gennaio 2024
DEFINIZIONE AGEVOLATA
Ma le scadenze fiscali non finiscono qui. Perché, sempre oggi, si dovranno versare le prime due rate della Rottamazione-quater. Con una modifica al decreto Anticipi, la seconda gamba della manovra, è stata stabilita una proroga per mettersi in regola con la definizione agevolata. Nel dettaglio, entro oggi si dovranno effettuare i pagamenti della Rottamazione -quater, originariamente previsti per il 31 ottobre 2023 (prima o unica rata) e il 30 novembre 2023 (seconda rata). A chi verserà il dovuto non si applicheranno sanzioni e interessi di mora. Attraverso la definizione agevolata si possono saldare i carichi affidati all’agente della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022. Come ha ricordato di recente l’Agenzia delle entrate, lo strumento «consente di versare solo l’importo dovuto a titolo di capitale e quello dovuto a titolo di rimborso spese per le eventuali procedure esecutive e per i diritti di notifica. Non sono invece da corrispondere le somme dovute a titolo di sanzioni, interessi iscritti a ruolo, interessi di mora e aggio».