Shopping compulsivo
Arabia Saudita, le mani sull'Italia: ecco cosa si sono comprati
I petroldollari dell’Arabia Saudita stanno puntando dritto sull’Italia: il Belpaese è assurto a nuova terra di conquista. Se infatti guardiamo a quel che è accaduto solamente negli ultimi giorni, la situazione risulta evidente pure agli occhi dei meno atttenti.
Partiamo da venerdì scorso quando, sotto la regia della banca d’affari statunitense Jp Morgan, un veicolo collegato al fondo Pif (Public Investment Fund) ha rastrellato ben 8,8 milioni di azioni di Technogym, il colosso delle attrezzature da palestra fondato e guidato da Nerio Alessandri, da investitori istituzionali attraverso un reverse accelerated bookbuilding. Il fondo saudita con sede a Riad ha poi sottoscritto pure un derivato per rilevare altri 3,3 milioni di azioni della società cesenate. Complessivamente un investimento da 111 milioni di euro.
Ricordiamo che Pif è il fondo sovrano dell’Arabia Saudita, uno dei più grandi fondi sovrani del pianeta che vanta un patrimonio stimato in oltre 600 miliardi di dollari. Il fondo è legato alla figura di Mohammed bin Salman, figlio dell’attuale re saudita Salman nonché principe ereditario, ma anche ritenuto dagli Usa il mandante dell’assassinio del giornalista Khashoggi.
ACQUISTI DI LIVELLO
E a soli due giorni di distanza dalla prima operazione, di ieri è l’annuncio di un altro acquisto. Sempre di livello. Stavolta la preda è l’hotellerie di lusso visto che Pif è entrato nel capitale di Rocco Forte Hotel rilevandone una significativa quota di minoranza (il 49%). Nella compravendita Rothschild è stato l’advisor di Rocco Forte Hotels, mentre Cassa Depositi e Prestiti (secondo socio col 23% delle quote) ha ceduto la sua partecipazione e la famiglia Forte renderà disponibile all’incirca una partecipazione analoga. La famiglia Forte resterà azionista di maggioranza col 51% delle quote. Secondo fonti finanziarie, la transazione vale 1,4 miliardi di sterline (1,6 miliardi di euro) debito incluso.
Rocco Forte Hotels è un operatore di fama mondiale di alberghi di lusso, che è stato fondato nel 1997 da Sir Rocco Forte e Olga Polizzi. Attualmente il gruppo gestisce 14 hotel e resort (tra cui il famoso Hotel de Russie di Roma), oltre a 20 ville private, tra cui alcune delle proprietà più iconiche d’Europa. Tra il 2024 e il 2025 è già prevista l’apertura di altri tre hotel. E l’investimento portato avanti dal fondo sovrano saudita aiuterà ad accelerare l'espansione del marchio in mercati nuovi, basandosi sull’eccezionale record di crescita e sviluppo del gruppo che ha chiuso il b2022 con ricavi pari a circa 300 milioni di sterline, a fronte di una sessantina di milioni di sterline di mol. «Pif continuerà a investire strategicamente in settori pro mettenti dal punto di vista turistico e commerciale per ottenere rendimenti sostenibili a livello globale», ha dichiarato nelle scorse ore Turqi Al Nowaiser, responsabile della divi sione investimenti internazionali di Pif.
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IL PALLINO DEL CALCIO
Ma questi solo gli ultimi affari messi a segno dai sauditi in Italia: la scorsa primavera Pif aveva rilevato il 33% delle quote azionarie degli yacht di lusso Azimut Benetti. E c’è chi ora scommette che i prossimi obiettivi potrebbero concentrarsi sul mondo sportivo. In particolare sul calcio, il comparto che i Paesi Arabi hanno utilizzato, anni fa, per fare il loro ingresso da protagonisti nel mondo occidentale. Dopo l’esordio con la Premier League e l’acquisto del Newcastle, si sta concentrando sul calcio nostrano. Fallito il tentativo sulla Juventus, ora ha aperto il dossier Inter e sta cercando di capire l’evoluzione della situazione legata al rifinanziamento del prestito da 275 milioni di euro con Oak tree. In più non è escluso che possa essere mettere gli occhi anche sull’altra squadra di calcio meneghina, il Milan. Obiettivo Italia insomma peri sauditi che proprio la settimana scorsa, con Riad, hanno battuto la Capitale nella corsa per Expo 2030. Ancora una volta a colpi di petroldollari.