Il verdetto
Manovra, l'Ue promuove l'Italia con riserva. Francia, clamorosa bocciatura
È un sì con riserva sulla manovra. Una sostanziale promozione, pur con qualche faro ancora acceso. Ma l'Italia fa molto meglio della Francia che invece è stata bocciata. "La Commissione è del parere che il documento programmatico di bilancio aggiornato dell’Italia non sia pienamente in linea con la raccomandazione del Consiglio del 14 luglio 2023", si legge infatti nelle raccomandazioni pubblicate dall’esecutivo europeo. "La Commissione invita pertanto l’Italia a tenersi pronta ad adottare le misure necessarie nell’ambito del processo di bilancio nazionale per garantire che la politica fiscale nel 2024 sia in linea con la raccomandazione del Consiglio del 14 luglio 2023", si aggiunge.
L’Italia fa parte del gruppo di nove Paesi dell’eurozona "rimandati", assieme ad Austria, Germania, Lussemburgo, Lettonia, Malta, Paesi Bassi, Portogallo e Slovacchia. Rischiano di non essere in linea invece Belgio, Finlandia e Croazia. Mentre il giudizio inviato alla Francia è netto: la Finanziaria francese è ritenuta "non in linea" con le raccomandazioni. Sono stati promossi a pieni voti: Cipro, Estonia, Grecia, Spagna, Irlanda, Slovenia e Lituania.
Il punto debole della manovra italiana secondo la Commissione riguarda l’alta spesa primaria calcolata sul 2023. La Commissione - nel suo pacchetto d’autunno - scrive che la crescita della spesa primaria netta finanziata a livello nazionale dovrebbe rispettare il tasso di crescita massimo raccomandato nel 2024. Tuttavia, se la spesa netta nel 2023 fosse stata la stessa prevista al momento della raccomandazione, il tasso di crescita risultante della spesa netta nel 2024 sarebbe superiore a quella raccomandata.
Nel dettaglio, il 14 luglio scorso il Consiglio aveva raccomandato all’Italia di garantire una politica di bilancio prudente, in particolare limitando l’aumento nominale della spesa primaria netta finanziata a livello nazionale nel 2024 a non più dell’1,3%. Secondo le previsioni autunnali 2023 della Commissione, la spesa primaria netta dell’Italia dovrebbe aumentare dello 0,9% nel 2024, un tasso inferiore al massimo raccomandato.
Tuttavia - spiegano i tecnici di Bruxelles - le stime attuali della spesa primaria netta finanziata a livello nazionale nel 2023 sono superiori a quanto previsto al momento della raccomandazione (dello 0,8% del Pil). Ciò è dovuto principalmente a due fattori riguardanti i crediti d’imposta per il Superbonus: le previsioni d’autunno 2023 della Commissione hanno rivisto al rialzo il loro impatto sul deficit del 2023 a seguito di un utilizzo superiore al previsto e riflettendo le informazioni contenute nella Documento programmatico di bilancio; e a interventi legislative che modificano la natura dei crediti d’imposta, il che implica che essi non abbiano alcun impatto previsto sulla spesa del 2024. Nella sostanza il peso debitorio è stato scaricato sul 2023, sgravando i conti del 2024, grazie anche all’interpretazione fornita da Eurostat sui crediti pagabili.