La manovra
Pensioni, torna quota 103. Più tasse sugli affitti. Ecco cosa cambia
Sulle pensioni e sui pignoramenti si cambia, sugli affitti brevi no. È questa la sintesi dell’ultima bozza (occhio che da un paio di giorni Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti invitano tutti ad aspettare il testo definitivo) della legge di bilancio, che continua a infiammare il dibattito politico.
Alle opposizioni non sembra vero. Governo nel caos, non c’è il testo della manovra, centrodestra ai ferri corti. La realtà è che nessuno ha fatto i conti fino in fondo con la novità di quest’anno, che prevede un iter parlamentare della legge di bilancio senza emendamenti della maggioranza.
Il che significa, almeno in teoria, che tutte le tensioni che di solito tengono banco per settimane nel corso dell’esame in Camera e Senato, con proposte, controproposte e minacce delle varie anime della coalizione, si stanno consumando nell’arco di un pugno di giorni per arrivare ad un testo condiviso e blindato che accontenti più o meno tutti. Fosse così, sarebbe una sorta di rivoluzione rispetto alle bagarre a cui abbiamo assistito negli anni scorsi, In confronto alle quali le trattative di queste ore sembrano giochi da educande.
IL VERTICE - La Meloni, in ogni caso, non vede l’ora di chiudere la partita. Da Bruxelles, dove si trova per il Consiglio Ue, fa sapere che la manovra è di fatto chiusa e che sul testo non c’è alcun problema con gli alleati. Due affermazioni vere solo in parte. La manovra in effetti è stata spedita dal Mef a Palazzo Chigi. Ma da qui a lunedì, quando il testo dovrebbe arrivare in Senato non prima di un bel vertice di maggioranza già convocato per trovare la quadra, c’è tutto il tempo per ulteriori modifiche.
A partire da quelle relative agli affitti brevi, su cui non solo Confedilizia, ma anche Forza Italia (entrambe con il sostegno di una bella fetta di elettori del centrodestra) continuano a spingere. Sul punto, però, ieri sera è calatala scure di Fratelli d’Italia, che per bocca del sottosegretario alla presidenza Giovanbattista Fazzolari, ha spiegato che «l'aumento della cedolare secca al 26% (dal precedente 21%, ndr) sugli affitti brevi non è per fare cassa è fatta a tutela di famiglie e studenti universitari: avere la stessa cedolare per chi nelle grandi città affitta a una famiglia o agli studenti e chi affitta casa legittimamente in ambito turistico è ciò che ha creato l'enorme carenza di case a disposizione di studenti fuorisede e famiglie». Principio giusto, soluzione un po’ meno: bastava abbassare le tasse sugli affitti lunghi e rendere un po’ più efficaci le procedure di sfratto per morosità per avere gli stessi effetti senza spennare nessuno.
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L’enfasi con cui ieri gli azzurri hanno annunciato il vertice di lunedì, comunque, qualche speranza la lascia ancora.
Chi è già riuscito a portare a casa qualcosa è sicuramente Matteo Salvini. Nell’ultima bozza della manovra ricomparsa, seppure con qualè infatti che penalità, la mitica quota 103 perle pensioni. In altre parole, anche il prossimo anno si potrà andare in pensione anticipata a 62 anni di età e 41 di contributi, a fronte però di una stretta (l’assegno sarà calcolato col contributivo e il tetto massimo di uscita sarà di circa 2.250 euro mensili) e di una finestra più lunga per i dipendenti pubblici e privati. Sempre sul fronte previdenziale c’è poi una retromarcia sull’adeguamento all’inflazione dei trattamenti tra 4 e 5 volte il minimo, si torna all’85% rispetto al 90 inizialmente annunciato.
Non cambia, purtroppo, il taglio della rivalutazione al 22% per gli assegni minimo. Tra chi in modispera 10 volte il sopra fiche dell’ultimo minuto sulle pensioni c’è il leader della Cisl, Luigi Sbarra: «C’è ancora tempo. Si assicuri la piena indicizzazione degli assegni, si investa sulla previdenza dei giovani e delle donne, si rafforzino le flessibilità in uscita dal mercato del lavoro, si incentivi l’adesione alla previdenza complementare». Definitivamente archiviata invece, con sollievo sia di Lega si di FI, la pratica pignoramenti (peraltro in molti casi già possibili sulla base di precedenti leggi). Come ha ribadito ieri il premier, «non è stata prevista alcuna norma che consente di prelevare i soldi dai conti correnti».