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Pensioni, assegni più pesanti: quando (e per chi) cambiano gli importi
Nella grande partita della manovra le pensioni avranno un peso determinante. E al centro del dibattito tra le forse di maggioranza e i sindacati ci sono gli strumenti per l'uscita anticipata ma anche la rivalutazione degli assegni per il 2024. Sulle uscite anticipate il governo potrebbe procedere con la conferma di Quota 103 che scade il 31 dicembre. La misura prevede un'uscita a 62 anni con 41 anni di contributi con un tetto massimo all'importo che sarà di 2.818,65 euro, di fatto 5 volte il minimo Inps. Sul fronte di Opzione donna potrebbe esserci un allargamento della misura a tutte le donne.
Infatti per il 2023, come ricorda Italia Oggi, l'opportunità di un'uscita con almeno 35 anni di contributi e 58 anni di età è stata riservata alle lavoratrici caregiver o con invalidità non inferiore al 74% o licenziate o dipendenti da aziende in crisi. Per il 2024 la misura potrebbe tornare "open" per tutte le lavoratrici. Ma le novità non finiscono qui. Molto probabilmente potrebbe essere confermato l'ape sociale: avere almeno 30 anni di contributi (36 anni chi svolge attività gravose); maturare una pensione di vecchiaia non inferiore a 1,4 volte il minimo Inps. Ma parlando di cifre occhio alle rivalutazioni.
Infatti per il biennio 2023/2024 è previsto l’incremento straordinario delle pensioni fino al minimo Inps. Un aumento che non affianca l’ordinaria rivalutazione, che il prossimo anno potrebbe essere del 6%, ma è basato sul minimo rivalutato, portando così più soldi nelle tasche dei pensionati. Al momento le pensioni fino al minimo Inps sono rivalutate del 100% dell’inflazione Istat; quelle oltre il minimo, per fasce di importo con un sistema calmierato. Per il 2023 le pensioni fino al minimo Inps sono state rivalutate del 7,3% a cui è stato aggiunto un incremento straordinario del 6,4% ai pensionati over 75 con un assegno che ha toccato i 600 euro. Per gli under 75 l'incremento rivalutato è stato dell’1,5%. Per il 2024 questo dato potrebbe salire al 2,7% a tutti i pensionati. E dunque gli assegni saranno decisamente più pesanti.