Trasparenza
Benzina alle stelle? La mossa del governo per fermare i rincari
Sarà la trasparenza la migliore “arma” a favore degli automobilisti per contenere – ove necessario – il prezzo dei carburanti. Come annunciato dal Mimit, da oggi –1° agosto – scatterà l’obbligo di esposizione per gli esercenti del prezzo medio di benzina e diesel. È questa, ha spiegato ieri il ministro Adolfo Urso annunciando l’entrata in vigore della norma del decreto Trasparenza, la misura chiamata a determinare principalmente due cose nei confronti di quei «casi isolati» di prezzi fuori controllo (ad esempio i 2,5 euro al litro in modalità servito, segnalati soprattutto sulla rete autostradale). La scelta, innanzitutto: «Ogni cittadino potrà verificare da solo se il prezzo del benzinaio è in linea con il prezzo medio e quindi può decidere se fare rifornimento». E poi, se il prezzo si discosta molto dal prezzo medio, l’eventuale segnalazione: «Può denunciarlo al ministero o alla Gdf che possono intervenire secondo le proprie competenze».
Nessun allarme, però. E nessuna situazione paragonabile ai picchi dei prezzi che determinarono lo sconto sulle accise del governo Draghi. Il prezzo medio del carburante, infatti, è sotto i due euro al litro. La variazione? «È cresciuto di 4 centesimi nell’ultima settimana», ha spiegato il titolare delle Imprese e del Made in Italy in compagnia del Garante per i prezzi, Benedetto Mineo. «La tendenza che si era già manifestata da metà maggio nelle ultime due settimane – ha affermato quest’ultimo – ha subito accelerazione: abbiamo la benzina a 1,91 centesimi e il gasolio 1,76 cent».
A cosa è dovuta questa lieve oscillazione? Lo spiega Urso: «I recenti aumenti sono conseguenza dell’incremento delle quotazioni internazionali, che comunque rimangono ben lontane da quelle precedenti al momento in cui siamo riusciti a convincere l’Ue sul tetto al prezzo del gas». Il dato dei prezzi medi – regionale su rete stradale e nazionale per la rete autostradale – verrà comunicato al ministero alle otto del mattino, dovrà essere esposto dai gestori delle pompe entro le 9,30 e riguarderà sia la rilevazione in aumento sia in diminuzione. Alla luce dei dati e di una situazione ritenuta sotto controllo è escluso, insomma, ogni intervento sulle accise. Il taglio delle accise «era stato un intervento del governo precedente quando gli aumenti e i prezzi dell'energia erano schizzati alle stelle», ha ricordato Urso guardando quelli di oggi che «sono ben diversi». Ecco perché, come è stato stabilito dal governo Meloni per le misure contro il caro-bollette stabilite nella legge di Bilancio, la scelta è quella di destinare «le risorse pubbliche dove c’è davvero emergenza: come taglio cuneo fiscale e sostegni alle famiglie disagiate».
Come è già avvenuto a inizio anno, le opposizioni tornano però a scagliarsi contro la decisione di non intervenire sulle accise. Per Matteo Renzi il governo «ha aumentato la benzina per dare soldi alle squadre di serie A». A tono il M5S: «I patrioti delle accise fanno cassa sulla pelle degli italiani». Seguiti in scia dai rosso-verdi di Avs: «Aumenta il costo dei carburanti e Meloni non fa niente. A rispondere ci ha pensato il sottosegretario Massimo Bitonci parlando di «un allarmismo assolutamente esagerato». Anche laddove si è registrata qualche anomalia da oggi, ha assicurato, cambierà tutto «con la scelta positiva di imporre una maggiore trasparenza dai distributori». Il governo, in ogni caso, è pronto ad affrontare anche il tema strutturale: «Da mesi lavoriamo al tavolo carburanti, alla ristrutturazione della rete». Urso e il ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin incontreranno oggi tutti gli attori della filiera, «ai quali presenteremo il quadro normativo che intendiamo realizzare per dare un assetto significativo al settore». Per il responsabile del Mimit «finalmente stiamo esaudendo le esigenze che gli operatori si attendevano dai tanti governi precedenti».