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Libero, Alessandro Sallusti: buon compleanno alla redazione più pazza del mondo

Alessandro Sallusti

Oggi è il compleanno di Libero, quotidiano nato 23 anni fa da una intuizione un po’ folle di Vittorio Feltri che si era stufato di essere soltanto un grande giornalista o direttore per conto terzi. Quando allora gli chiesi che giornale avesse in testa la sua risposta fu netta: “Penso a un giornale che venda copie, quello bello lo facciamo poi” e così andò, tra alti e bassi ma è andata proprio così. Facebook sarebbe arrivato solo quattro anni dopo, un lasso di tempo sufficiente perché Libero diventasse il social cartaceo di un centrodestra orfano di portavoce e assetato di punti riferimento. Abbiamo combattuto la seconda guerra berlusconiana 2000- 2011 (la prima fu quella iniziata nel 1994 ma non c’eravamo), abbiamo fatto la traversata del deserto da Monti a Conte via Renzi, e ora siamo di nuovo in prima linea a sostenere il governo Meloni, insomma ne abbiamo date e ne abbiamo prese senza mai un vanto o un lamento.

Rispetto a quel luglio dell’anno 2000 il mondo è cambiato, noi siamo invecchiati e si vede (soprattutto si sente) ma Libero no, è sempre stato quella roba lì, certo a volte irriverente e spregiudicato ma mai noioso o scontato. Per i non addetti ai lavori la notizia è che da dieci mesi a questa parte Libero è l’unico quotidiano italiano in costante crescita, e quando diciamo l’unico intendiamo proprio l’unico. Il merito? Avete presente il film “L’aereo più pazzo del mondo”? Ecco, quell’equipaggio strampalato è molto simile alla nostra redazione che dal comandante compreso in giù è “la redazione più pazza del mondo”, talmente pazza e incosciente da resistere alle intemperie e agli imprevisti perché così l’ha scelta e forgiata il Fondatore a sua immagine: quando tutto sembra perso arriva il guizzo che porta alla salvezza.

 

Ecco, ieri la nostra giovane segretaria Francesca, che se aspetta ancora un po’ partorisce in redazione, ha pensato bene di fare arrivare una torta di due piani brandizzata Libero. Pur sollecitato, Vittorio Feltri si è rifiutato di partecipare al rito collettivo da protagonista: “Odio i compleanni e tagliare le torte mi sta sui cog...”. Tutto nella norma, è da ventitré anni che qui si ripete esattamente la stessa scena ma poi ci siete voi lettori a rimettere le cose al loro posto. Auguri a noi, soprattutto auguri (e grazie) a voi.