Tic tac bum

Bce, "la bomba a fine luglio": perché i nostri risparmi sono a rischio

Non c’è proprio pace per i milioni di italiani ormai “strozzati” dalle rate del mutuo per la casa che fanno fatica a saldare. Stando ai dati diffusi ieri da Bankitalia, a maggio gli interessi sui prestiti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni comprensivi delle spese accessorie (tasso annuale effettivo globale, Taeg) sono arrivati al 4,58%. Un balzo esorbitante - e che sta diventando allarmante - visto che rispetto solo a un anno fa sono più che raddoppiati (a maggio 2022 il Taeg era a 2,27). Se poi il confronto lo si fa con il 2021, quando erano 1,76, ecco che balza all’occhio che siano cresciuti di ben 2,6 volte, +160%. «Considerando l’importo e la durata media di un mutuo, un rialzo dei tassi così consistente significa che la rata, per chi ha sottoscritto ora un mutuo a tasso variabile,è aumentata, rispetto a un anno fa, da 603 a 773 euro, con un rincaro di 170 euro al mese (+28,2%)» ha spiegato Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori.

Un ritocco che valutato sull’intero anno si trasforma in una stangata di 2.040 euro e che, rispetto a due anni fa, diventa un aumento mensile di 204 euro al mese, ossia 2.448 euro l’anno. «Quella dei mutui per la casa è un’emergenza sociale da non sottovalutare» ha ripetuto ieri il segretario generale della Fabi, Lando Sileoni che già nei giorni scorsi aveva dichiarato che l’aumento del costo del denaro, l’incremento dei tassi e la corsa dell’inflazione - effetti della stretta monetaria portata avanti dalla Bce che ha deciso 8 (otto) rialzi in soli 11 mesi - hanno ridotto il reddito disponibile e stanno mettendo in seria difficoltà molti di quegli italiani che, di mese in mese, devono rimborsare le rate del mutuo. Tanto che ad oggi, secondo il segretario generale della Fabi, i crediti deteriorati delle famiglie sono arrivati a 14,9 miliardi di euro.

 

Di questi ben 6,8 miliardi riguardano mutui non pagati, 3,7 miliardi riguardano il credito al consumo non rimborsato e 4,3 miliardi sono arretrati di altri prestiti personali. Del totale di 14,9 miliardi, 5,7 sono sofferenze, ossia credito che la clientela non rimborserà più, altri 7,1 miliardi sono inadempienze probabili, cioè denaro che realisticamente le banche non recupereranno, mentre circa 2 miliardi sono rate scadute, quindi posizioni debitorie meno a rischio. E non è ancora finita qui visto che i vertici dell’Eurotower hanno già annunciato un altro rialzo anche nel mese di lugli o e uno anche a settembre. Solamente in autunno, con le prime proiezioni per il 2026, spiegano dai piani alti della Bce si potrà avere indicazioni più complete e capire se Eurolandia avrà raggiunto davvero il picco sui tassi e quanta strada resta ancra da percorrere. Per Sileoni la prima cosa da fare se ci si trova in difficoltà economiche «è rivolgersi direttamente a una banca e parlarne con chi è esperto. Ogni situazione, infatti, è diversa dall’altra. In questi giorni poi» ha proseguito il segretario generale Fabi, «si parla di allungare il periodo di rimborso delle rate ma questa strada non è percorribile per tutti». Ad esempio restano esclusi quelli in età più avanzata e che hanno mutui sopra i 200mila euro. «Quindi chi resta fuori» ha aggiunto, «dovrebbe essere aiutato in altro modo, ad esempio con norme da parte del governo». La banca potrebbe infatti stabilire un tetto massimo per la rata mensile modificando il contratto di mutuo. Ma questa iniziativa «comporterebbe una riduzione degli interessi incassati, quindi meno ricavi, meno utili e meno dividendi. Quante banche sono disposte concretamente a farlo?» si è chiesto Sileoni.