Ancora!
Bce, mossa-killer di Christine Lagarde: stangata da 173 euro al mese
Mutui e prestiti sempre più cari e meno sostenibili per le famiglie italiane. L’ultimo aggiornamento, pubblicato ieri da Bankitalia nell’analisi mensile “Banche e moneta” certifica una nuova impennata. Il tasso annuale effettivo globale (Taeg) per i mutui è salito ad aprile al 4,52%, contro il 4,36% di marzo. Il tasso sulle nuove erogazioni del credito al consumo è balzato al 10,29%, dal precedente 10,12%. I nuovi rialzi, naturalmente, si applicano agli affidamenti indicizzati, mentre i mutui a tasso fisso già in essere non subiscono alcun cambiamento. Secondo l’Unione nazionale consumatori i rialzi sono «preoccupanti. Non solo in appena un mese i tassi salgono dal 4,36 al 4,52 per cento, +0,16 punti percentuali, ma rispetto ad aprile 2022, quando erano al 2,15, sono più che raddoppiati. Rispetto poi a due anni prima, quando erano all'1,74, sono aumentati del 160%», spiega in una nota il presidente Massimiliano Dona.
EFFETTI MACROSCOPICI - Il rincaro del costo del denaro ha effetti tangibili macroscopici. «Considerando l’importo e la durata media di un mutuo, un rialzo dei tassi così consistente significa che, la rata, per chi ha sottoscritto un mutuo a tasso variabile, cresce, rispetto a un anno fa, da 595 a 768 euro, con un rincaro pari a 173 euro al mese. Una stangata annua pari a 2.076 euro», conclude Dona. Questo, naturalmente, senza considerare l’effetto deterrente su quanti il mutuo lo vorrebbero accendere ora.
Gli effetti della stretta monetaria avviata nell’estate 2022 dalla Banca centrale europea diventano a questo punto macroscopici. Con ripercussioni anche sulle disponibilità finanziarie delle famiglie e dei risparmiatori. Sempre secondo l’analisi diffusa ieri da Bankitalia, da aprile 2022 sui conti correnti sono spariti oltre 100 miliardi. Si trovavano 1.384,8 miliardi depositati in banca ad aprile, mentre lo stesso mese dello scorso anno la cifra era di 1.485,9. La differenza è appunto di 101,027 miliardi.
Nel dettaglio le imprese hanno ritirato 11,14 miliardi, mentre 30 li hanno prelevati le famiglie consumatrici. Dove sono finiti questi soldi? Dalla pandemia al lockdown, dalla guerra in Ucraina alla corsa dell’inflazione: gli ultimi quattro anni hanno stravolto i bilanci degli italiani, ormai quasi per metà assorbiti dalle spese obbligate. Nel 2023 le famiglie spenderanno per abitazione, elettricità e le altre utenze in media più di 1.300 euro al mese, oltre 400 euro al mese in più rispetto al 2019. Soltanto le spese ineludibili sono cresciute del 45,5%.
NUOVI DEBITI - Tutto questo mentre cresce il peso di quanti chiedono un nuovo prestito per far fronte alle rate scadute e non onorate degli affidamenti già in essere. Sempre secondo Bankitalia le nuove richieste di denaro con questa finalità sarebbero almeno 14 su 100. Ma nonostante gli effetti combinati di inflazione e denaro sempre più caro rischino di stritolare le famiglie italiane, quasi sicuramente la Banca centrale europea farà scattare giovedì un nuovo rialzo dei tassi di riferimento. Dal 3,75 al 4%. E non sarà comunque finita. Come va dicendo senza sosta la numero uno dell’Eurotower, Christine Lagarde, quasi sicuramente ci sarà un ulteriore aumento di un quarto di punto a luglio. Con risultati molto scarsi sul fronte dell’inflazione, visto che il carovita in Eurolandia rimane al 7%, mentre le economie dell’area euro sono entrate in recessione tecnica.