Fannulloni in fuga

Reddito di cittadinanza, aumentano i controlli? Crollano le richieste

Francesco Storace

La Meloni ha messo in fuga i fannulloni, i divani sono più liberi. Il crollo clamoroso – meno 65% rispetto allo scorso anno delle domande per reddito e pensione di cittadinanza è la migliore testimonianza del funzionamento dei controlli e che soprattutto la stretta annunciata dal governo rappresenta uno straordinario incentivo a cominciare a cercarsi un lavoro.

È la fine di una politica di slogan. E magari si passa finalmente ad una stagione di politiche attive per l’occupazione. Ma vediamo una prima sintesi dei dati, impressionanti, che hanno indotto molti a capire che non c’è più la manica larga dello Stato. Anzitutto c’è da rilevare che a febbraio sono calate a un milione le famiglie italiane che hanno percepito il sussidio, con due milioni e centomila soggetti coinvolti in totale. La stragrande maggioranza degli assegni va in direzione sud e isole. E appena l’8 per cento di chili ha percepiti lavora o fa formazione.

DISABILI, MINORI, ANZIANI
Cade la frottola lanciata da chi strillava «e che cosa succederà alla scadenza fissata dal governo per l’abrogazione del reddito»? Semplicemente costoro hanno impressionato poco, perché si è compreso invece che l’esecutivo fa sul serio per contrastare la povertà. Nelle idee che circolano all’interno del governo, prevale quella favorevole a un sistema che mantenga l’assegno perle famiglie nelle quali ci sono disabili, minori e anziani, malo riduca per poi toglierlo a quelle dove non ci sono queste categorie meritevoli di tutela. Se ne occuperà direttamente il consiglio dei ministri nelle prossime settimane. Del resto le domande di Reddito o Pensione di cittadinanza crollano mentre le famiglie che hanno ricevuto l’assegno a febbraio diminuiscono toccando il livello minimo da ottobre 2020. La spesa nel mese è stata di 576,3 milioni, in calo dai 657,8 di gennaio.



Le notizie le ha diffuse l’Osservatorio Inps sulla misura di contrasto alla povertà: le domande arrivate all’Istituto nei primi due mesi sono state 90.287 a fronte delle 261.378 dello stesso periodo del 2022 con un calo del 65,23%. A gennaio le domande erano state 88.184 e a febbraio si sono registrate poco più di 2mila domande. I nuclei familiari con l’assegno a febbraio erano 1.001.743 in calo rispetto ai 1.160.714 di gennaio. Il dato risente anche della ripresa economica che ha consentito probabilmente a una parte dei beneficiari di trovare lavoro. Non è escluso che nei casi - pur esistenti - di mancata presentazione dei documenti necessari ci sia anche la convinzione di non rientrare nelle maglie del nuovo sussidio al quale sta lavorando il governo. E questa convinzione potrebbe essere anche responsabile, insieme alla vivacità del mercato del lavoro, di una buona parte del crollo delle domande presentate.
Inoltre la popolazione che ha i requisiti potrebbe essersi assestata in modo da spiegare almeno in parte il calo delle domande. Secondo le tabelle Inps sono diminuiti soprattutto i nuclei composti da una sola persona, che sono proprio quelli per i quali il Governo sta studiando la stretta a meno che non siano di disabili o anziani, passati dai 537.238 di gennaio ai 460.775 di febbraio con un calo del 14,33% a fronte del -13,7% complessivo. Queste famiglie di single restano comunque la larga parte degli assistiti (il 46%) anche a causa della scala di equivalenza che penalizza le famiglie numerose.

AL SUD VA IL 67%
Come abbiamo accennato prima, il sussidio viene erogato prevalentemente nel Mezzogiorno dove risiede il 67% delle famiglie beneficiarie della misura. Nel Sud e nelle Isole a febbraio sono stati erogati 672.890 assegni di Reddito e Pensione di cittadinanza su 1.001.743 totali erogati a febbraio mentre nella sola Campania sono stati erogati più sussidi che in tutto il Nord con 229.989 assegni contro i 186.694 del Nord. Le persone coinvolte nel complesso sono 332.832 al Nord 264.527 al Centro, e 1.538.036 al Sud: oltre 140mila nella sola provincia di Napoli, in pratica quanto ricevono nel complesso i residenti di Lombardia, Piemonte e Veneto. L’importo dell'assegno medio è più alto al Sud con 605,31 euro medi a fronte dei 500,29 al Nord, e dei 531,83 al Centro.