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Conto corrente, uno choc in banca: cosa sta accadendo ai nostri soldi

Alessandro Antonini
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La crescita era attesa, vista la stretta della Bce che continua da mesi, e anzi nel nostro paese è arrivata con un certo ritardo ma è arrivata. I tassi sui nuovi mutui, certificala Banca d'Italia, sono saliti a ottobre al 3,23% (comprensivi di spese accessorie) con un balzo rispetto al 2,65% di settembre. Si tratta del ritorno al livello del 2014, prima quindi dell'avvio della politica di tassi zero di Francoforte che ha caratterizzato questi anni. A pagare di più, oltre a chi sta chiedendo un finanziamento, saranno le famiglie che possiedono un prestito a tasso variabile che rappresentano il 40% del totale, molti dei quali, però, con meccanismi di tetto.

Ad addolcire la pillola per i giovani sono le agevolazioni, prorogate e rafforzate, per i mutui prima casa destinati agli under 36. Per il resto della platea però, il Codacons stima che l'esborso possa arrivare fino a 1800 euro l'anno in più a famiglia. Salasso che si andrà ad aggiungere alla forte inflazione che sta mettendo in tensione le finanze dei clienti, sia famiglie sia aziende. Un aumento delle sofferenze è atteso, si vedrà se coinvolgerà anche i mutuatari. Questi comunque in caso di difficoltà possono contare su una serie di norme per la sospensione delle rate.

 

 

 

Anche il credito al consumo, spiega l'osservatorio PrestitiOnline, sta iniziando a risentire della crescita dei tassi con un 11% medio nel terzo trimestre e aumenti più significativi a fine anno. E proprio i finanziamenti per ristrutturare casa sono in aumento ma con un importo e durata medi in calo (13.700 euro e 5,7 anni). Per le banche l'aumento dei tassi è certamente un beneficio dal punto di vista dei margini anche se ha dei riflessi negativi sul fronte patrimoniale. L'effetto Bce non si limita comunque ai tassi ma anche al rientro della liquidità immessa in grandi quantità nel mercato in questi anni. I dati di ottobre per l'Italia segnalano come i prestiti bancari abbiano rallentato la crescita al 3,4% sui dodici mesi (4,0 nel mese precedente), mentre i prestiti alle famiglie sono aumentati del 4,0% (4,2 nel mese precedente). Un altro segnale negativo arriva dai depositi bancari cresciuti fortemente negli ultimi anni. A ottobre, si ricava dalle tabelle di Via Nazionale, i depositi del settore privato sono calati dello 0,1% rispetto allo stesso periodo del 2021 a 2.026 miliardi. A parte novembre dello scorso anno, il valore di ottobre è il più basso dal 2021.

 

 

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