La guerra dell'energia

Eni, il colpo grosso in Algeria: gas, scacco matto a Putin?

L'Eni riveste un ruolo sempre più determinante nello scacchiere delle forniture di gas verso l'Italia e l'Europa, alla luce dello stop imposto dalla Russia fino a quando l'Occidente non abbandonerà le sanzioni contro Mosca. Il colosso italiano guidato da Claudio Descalzi ha annuncia la nuova tappa in questo processo di rafforzamento internazionale: l'acquisizione delle attività di BP in Algeria, tra cui In Amenas e In Salah, due concessioni per la produzione di gas (con un working interest rispettivamente del 45,89 per cento e del 33,15 per cento).

 

 



Le concessioni di In Amenas e In Salah, operati congiuntamente con Sonatrach e Equinor, si trovano nel Sahara meridionale e la loro produzione di gas e liquidi associati, avviata rispettivamente nel 2006 e nel 2004, nel 2021 è stata di circa 11 miliardi metri cubi di gas e 12 milioni di barili di condensati e Gpl. Come sottolinea Eni, tale acquisizione ha un forte valore strategico e contribuisce ulteriormente a soddisfare il fabbisogno europeo di gas, oltre a rafforzare la presenza di Eni in Algeria, un importante produttore di gas nonché Paese chiave per Eni. L'operazione consentirà alla società di ampliare il proprio portafoglio di asset nel Paese e, unitamente ai nuovi contratti di Berkine South e del Blocco 404/208, recentemente sottoscritti, consentirà nuove e sinergiche opportunità di sviluppo, principalmente focalizzate sull'incremento della produzione di gas. L'acquisizione, sottolinea la nota della società, è in linea con la strategia distintiva di Eni, volta ad affrontare le sfide dell'attuale mercato energetico e a fornire ai propri clienti energia sostenibile e sicura, accelerando al tempo stesso il percorso di decarbonizzazione. L'operazione è ovviamente soggetta all'approvazione delle autorità competenti. Eni è presente in Algeria fin dal 1981 e a seguito di questa operazione e dei programmi di sviluppo già in corso nel bacino del Berkine, nel 2023 la produzione di Eni in Algeria salirà a oltre 120.000 barili di petrolio equivalente al giorno, confermando ulteriormente il primato della società come la principale compagnia energetica internazionale operante nel Paese. 

 

 

 


"Il lavoro che abbiamo fatto è servito a pianificare la sostituzione del gas che Eni importa dalla Russia con altro gas che sta arrivando - sottolinea Guido Bosco, chief operating officer natural resources di Eni -, e dovrà arrivare da altri Paesi, prevalentemente di nostra produzione. Questo piano ci consentirà di sostituire circa 20 miliardi di metri cubi all'anno di gas russo entro il 2025".

 

 

 

Intervenuto nell'ambito di Gastech, la rassegna mondiale del gas, dell'idrogeno e della transizione energetica, Bosco ha annunciato: "Riusciremo a coprirne circa il 50% a partire dall'inverno 2022-2023, circa l'80% nel 2024 e il 100% nel corso del 2025. In particolare, le forniture algerine destinate all'Eni su base annua raddoppieranno da circa 9 miliardi di metri cubi annui a circa 18 miliardi di metri cubi annui entro il 2024. Di questi 9 miliardi addizionali, già 6 miliardi inizieranno ad arrivare a partire da quest'inverno e con aumenti progressivi nel corso del 2023. I nuovi volumi di gas oggetto dei due accordi che abbiamo raggiunto questa estate con i partner algerini sono anche frutto della stretta collaborazione nello sviluppo di progetti upstream a gas nel Paese che, attraverso il modello fast track distintivo Eni, sta portando una accelerazione significativa alla messa in produzione del potenziale dei campi".