Paghiamo sempre noi
Conto Corrente, allarme per la "tassa occulta": nel mirino i nostri risparmi, quanto vogliono tenersi le banche. Patrimoniale?
Problemi che in ben pochi conoscono, ma che prima o poi Mario Draghi dovrà affrontare. Si tratta della conservazione del valore del risparmio, eroso dall'inflazione, e il possibile caro-mutui. Da qui l'appello di Lando Maria Sileoni, segretario generale del maggiore sindacato dei lavoratori bancari (Fabi). "Senza una robusta crescita economica e, quindi, senza un aumento delle retribuzioni, sui 1.143 miliardi di euro lasciati dalle famiglie sui conti correnti bancari pesa, di fatto, una tassa occulta". E non si tratta di un tributo esiguo, anzi. Sileoni parla di 35 miliardi annui, pari dunque al 3,1 per cento di inflazione.
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"È un tema che ignorano in tanti - spiega il sindacalista ai microfoni di Mattino 5, programma in onda su Canale 5 -, ma è un problema serissimo perché si impoverisce il Paese e non ce ne accorgiamo". L'inflazione non è da prendere sottogamba, perché genera pesanti ricadute su tutti: dalle famiglie, "perché con l’aumento dei prezzi calano i consumi", alle aziende, "perché cala conseguentemente la produzione", fino allo Stato, "perché aumenta, col rialzo dei tassi di interesse, la spesa pubblica".
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Ricadute anche sui mutui, che Sileoni chiede al premier di evitare in tutti i modi. "Faccio una proposta al presidente del Consiglio affinché - continua -, assieme al presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, appena designato per un altro mandato, possa trovare una soluzione volta a porre un tetto, per un anno, sui tassi di interessi praticati dalle banche sui prestiti per la casa". Al momento i tassi di interesse sui prestiti chiesti in banca sono molto bassi. Si calcola che su un mutuo di 100mila euro e di durata ventennale questo sia di circa l’1,2 per cento per i tassi fissi e poco di meno per il variabile. Ma non è detto che la tendenza possa variare e causare gravi danni per i cittadini.