Codacons sfida Unicredit
Il Codacons sfida Unicredit e Intesa, dando il via alla prima class action italian. Lo ha annunciato la stessa associazione dei consumatori in un comunicato stampa. "Sarà il Codacons a presentare la prima class action italiana, vale a dire l'azione collettiva a tutela dei propri diritti per danni o inadempienze, che riguarderà il settore bancario. Proprio oggi, data di entrata in vigore dell'azione collettiva nel nostro Paese, il Codacons ha notificato due citazioni in Tribunale contro due colossi bancari: Unicredit e Intesa Sanpaolo". Firmatario dell'iniziativa è il presidente del Codacons, Carlo Rienzi. "L'azione - si legge nella nota - poggia sulle rilevazioni dell'Antitrust secondo le quali le banche avrebbero compensato l'eliminazione della 'commissione di massimo scoperto' introducendo nuove e più costose commissioni a carico degli utenti, anche 15 volte più care rispetto al massimo scoperto". Questo è, per il Codacons, un "comportamento illegittimo che produce un danno economico ingente ai consumatori, come dimostrato anche dall'Autorità della concorrenza e del mercato. Di qui la class action notificata al Tribunale di Torino (per Intesa SanPaolo) e a quello di Roma (per Unicredit) contro le due maggiori banche italiane". "Se i giudici dovessero accogliere le istanze dell'associazione - prosegue il dispaccio- migliaia di correntisti dei due istituti potranno aderire alla class action chiedendo di essere risarciti per le maggiori spese sostenute e senza necessità di rivolgersi al Giudice. La somma richiesta in giudizio dai correntisti si calcola che sarà pari a 1 miliardo di euro per ciascuna banca". "Si tratta della prima azione collettiva in Italia sulla base del Codice del consumo - commenta Carlo Rienzi - speriamo serva per disincentivare i colossi economici a fare scorrettezze gravi contro i consumatori che per pochi euro non farebbero mai causa individualmente, anche se la mancanza di forti sanzioni come avviene negli Usa rende questo strumento poco incisivo ed efficace". Cos'è la class action- Da oggi, primo gennaio, ii consumatori italiani possono esercitare la class action, ossia l'azione collettiva a tutela dei propri diritti per danni o inadempienze contrattuali da parte delle aziende. "Anche in Italia - commenta il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola - diventa finalmente operativo uno strumento di civiltà, essenziale per la tutela dei consumatori, già attivo in altri paesi sviluppati". Le polemiche- "Come sempre, il governo vende slogan e titoli. La class action in Italia è una parente povera delle richieste collettive di risarcimento che caratterizzano le economie dei principali Paesi occidentali. Scajola ci spieghi perché il governo Berlusconi non ha introdotto la class action sui prodotti finanziari e sulle vicende riguardanti l'inquinamento ambientale dei grandi siti industriali»". È quanto dice il parlamentare del Pd Francesco Boccia. E ancora, "Il governo ha mutilato lo strumento della class action rispetto alla legge voluta dal ministro Bersani", afferma Stefano Fassina, responsabile Economia e Lavoro della segretaria del Pd. «Ha, infatti, reso enormemente più complicato e costoso per i cittadini-consumatori difendersi dagli abusi e dai disservizi e, inoltre, ha indebolito le possibilità d'intervento delle associazioni dei consumatori. Nei prossimi mesi vedremo quanto sarà inefficace la legge propagandata dal ministro Scajola, in merito alla quale anche il sottosegretario allo Sviluppo economico, Stefano Saglia, ha riconosciuto la sostanziale distanza rispetto alla normativa vigente in Europa, a cominciare dalle iniziative contro le banche per le condizioni sul massimo scoperto».