Lo studio: la maternità
Il congedo di maternità fa male alla carriera. Dare alle donne un lungo periodo di congedo potrebbe significare mettere a rischio il loro posto di lavoro. Lo ha rivelato un nuovo studio dell'Istituto di Ricerca di Economia Industriale a Stoccolma, in Svezia. I risultati provenienti da tre continenti, mostrano che più un Paese cerca di attuare una politica economica favorevole alle famiglie, minore è il successo delle donne sul posto di lavoro. Secondo questi dati, il ministro per le Pari opportunità inglese, Harriet Harman, potrebbe danneggiare le prospettive di carriera delle donne, se riesce a portare il congedo a un anno: le madri britanniche hanno diritto a un periodo di astensione dal lavoro di 39 settimane. I tentativi della Harman di estendere la paga per l'intero anno sono stati osteggiati dal ministro per il Business e l'Innovazione Lord Mandelson preoccupato per l'impatto sulle piccole imprese, in un paese in cui le donne ricoprono più di un terzo delle posizioni manageriali. Più della Svezia dove solo il 31,6% dei dirigenti è di sesso femminile. Lì è possibile usufruire di un congedo di maternità pagato fino a 60 settimane. Le donne americane invece, che occupano il 42,7% dei posizioni dirigenziali nel loro paese, non hanno il congedo pagato. Oltre agli Usa, l'Australia (37,1%) è l'unico paese sviluppato che non paga il congedo di maternità, anche se le donne saranno pagate per 18 settimane con un salario minimo a partire dal gennaio 2011. In conclusione, secondo lo studio, nei paesi anglosassoni le condizioni meno generose di maternità favoriscono la carriera, più di quanto avviene nei paesi scandinavi, dove anni di normative a favore delle donne potrebbero averle inavvertitamente svantaggiate.