Il progetto
Intesa Sanpaolo e Ubi, la nuova banca: maxi piano per rilanciare l'Italia
Attenzione al territorio con 30 miliardi di nuovo credito nel triennio 2021-2023, investimenti nel sociale raddoppiati e l'assunzione di 2.500 giovani. Sono alcuni elementi nel progetto di Intesa Sanpaolo per il nuovo gruppo bancario la cui nascita è prevista al termine dell'offerta pubblica di scambio volontaria su Ubi Banca. Per valorizzare il legame con le realtà locali e generare ricadute significative per l’economia e la comunità, il piano di Intesa Sanpaolo nell’ambito dell’offerta pubblica di scambio lanciata a febbraio su Ubi Banca prevede infatti la creazione di quattro nuove direzioni regionali a Brescia, Bergamo, Cuneo e Bari. Ogni direzione avrà una rete di circa 300-400 filiali e riceverà un incremento di erogazione di nuovo credito per oltre 10 miliardi l’anno (in totale 30 miliardi nel triennio 2021-2023). Un beneficio che si tradurrà, sul fronte del sociale e della sostenibilità, nel raddoppiamento degli interventi sul territorio e nell'assunzione di 2.500 giovani, per oltre la metà nei territori di Brescia, Bergamo, Pavia, Cuneo e nel Sud Italia. Intesa Sanpaolo collocherà infine a Brescia, Bergamo e Cuneo le attività della cosiddetta “banca d'impatto”, ossia quelle dedicate in particolare al sociale.
“Nello scenario attuale e in quello che seguirà nei prossimi mesi, la nostra proposta nei confronti degli azionisti di UBI acquisisce maggiore valenza strategica e rappresenta una prospettiva ancor più rilevante” dichiara Carlo Messina, Ceo e consigliere delegato Intesa Sanpaolo. Nella visione della Ca’ de’ Sass’, infatti, il progetto di integrazione con UBI Banca rappresenta la migliore opportunità di creazione di valore per gli azionisti UBI che così diventerebbero azionisti di un gruppo bancario italiano di dimensione europea patrimonialmente solido, che ha saputo dimostrare di creare valore nel tempo, con un basso profilo di rischio e un modello di business resiliente e ben diversificato, in grado di ridurre l’ammontare dei crediti deteriorati senza alcun onere per gli azionisti, continuando così a garantire utili e dividendi in costante e progressiva crescita. Un’operazione, apprezzata anche dagli analisti finanziari che coprono il titolo. Dopo Akros ed Equita, il progetto ha incassato la valutazione positiva anche degli analisti di Exane, secondo i quali l'operazione crea valore per gli azionisti di entrambi istituti e se la banca milanese dovesse ritirarla, il titolo della più piccola concorrente ritraccerebbe in maniera "considerevole". Gli esperti valutano entrambe le azioni "outperform" ma, evidenzia lo studio, il giudizio su Ubi "è unicamente legato al fatto che riteniamo che l'Ops avrà successo". L'Ops, spiegano gli analisti, farà salire l'utile di Intesa Sanpaolo e porterà il ritorno sull'investimento "comodamente sopra il 10%" con sinergie che "potrebbero essere molto più alte dei 340 milioni annunciati” da Intesa Sanpaolo.
“Riteniamo che una significativa generazione di valore sia ampiamente realizzabile anche nel caso di adesione del solo il 50% + 1 azione di UBI. Intendiamo realizzare un progetto che ha l’obiettivo di generare ulteriori benefici per tutti gli stakeholder e fornire un solido supporto all’economia reale e sociale, con un rafforzamento complessivo dell’Italia”, ha rimarcato recentemente il Ceo e Consigliere delegato dell’istituto milanese, Carlo Messina. Un ruolo, quello di essere protagonisti del sostegno all’economia reale del Paese, che Intesa Sanpaolo ha dimostrato di essere proprio anche in occasione dell’emergenza sanitaria legata al diffondersi del Covid-19. Il gruppo milanese, infatti, ha messo in campo significative iniziative sia a livello sociale che economico. Fin dalle primissime fasi dell’emergenza, ha promosso un’ampia moratoria dei finanziamenti in essere e messo a disposizione un plafond da 15 miliardi di euro per il nuovo credito, aumentato successivamente a 50 miliardi a seguito delle misure varate dal Governo attraverso il Decreto Liquidità. Punto di riferimento nazionale nell’erogazione di credito a famiglie e imprese, con 450 miliardi di euro di affidamenti - pari al 25% del Pil – Intesa Sanpaolo ha fornito supporto nel primo quadrimestre all’economia con 17 miliardi di euro di nuovo credito a medio-lungo termine, di cui circa 14 miliardi in Italia e circa 11 miliardi erogati a famiglie e piccole e medie imprese.