Ocse, allarme disoccupazione

Silvia Tironi

Nonostante ci siano segnali di ripresa economica "la disoccupazione verosimilmente continuerà a crescere nel 2010". Lo prevede l'Ocse nell' 'Employment Outlook 2009' diffuso oggi. "Crescono segnali che il peggio sia ormai alle spalle - scrive l'organizzazione di Parigi - e che la ripresa possa essere vicina ma per l'occupazione nel breve termine le prospettive sono ancora fosche". L'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico prevede così che nella seconda metà del 2010 il tasso di disoccupazione nell'area si avvicinerà ad un nuovo massimo dal dopoguerra (10%, con 57 milioni di disoccupati) dopo l'8,3% di giugno di quest'anno, già il più alto sempre dal dopoguerra. "Il maggior rischio - sottolinea l'Ocse - è che una gran parte di questa disoccupazione divenga strutturale e che molti dei disoccupati entrino in una condizione di mancanza di lavoro per un lungo periodo o che addirittura escano dalla forza lavoro". Questo, ricorda l'organizzazione di Parigi, è già accaduto in alcuni Paesi nel corso di passate crisi economiche, quando anche dopo la ripresa dell'economia, i livelli di disoccupazione restarono più alti rispetto ai livelli pre-crisi. Questo è dovuto al fatto che i disoccupati di lungo periodo sono più difficili da assumere sia perché si verifica una diminuzione del capitale umano sia perché essi stessi ad un certo punto smettono di cercare lavoro. "L'alta e persistente disoccupazione porta con sé i costi economici e sociali maggiori: da una minore salute all'abbassarsi degli standard di vita, dall'aumento della criminalità al calo del potenziale di crescita per la società", scrive l'Ocse nell' 'Employment Outlook 2009'. Se in alcuni Paesi come Irlanda, Giappone, Spagna e Stati Uniti, già nel 2009 si è registrato un forte aumento di disoccupati a causa della crisi economica, "in altri Paesi, inclusi Francia, Germania e Italia la gran parte della crescita della disoccupazione deve ancora arrivare". L'Italia avrà alla fine del 2010 1,1 milioni di disoccupati in più rispetto alla fine del 2007. Per l'Italia l'organizzazione di Parigi prevede un tasso di disoccupazione nell'ultimo trimestre del prossimo anno al 10,5%, superiore al 9,9% della media Ocse. I salari italiani sono cresciuti tra il 2006 e il 2007 dello 0,1%, meno rispetto allo 0,9% della media Ocse, dello 0,8 della Ue-15 e dello 0,9% della Ue-19. Marchionne: "Senza rinnovo incentivi sarà un disastro" - Intanto l'amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne, dal Salone dell’Auto di Francoforte, ha auspicato che gli incentivi all'auto vengano rinnovati anche nel 2010 «per il bene del Paese, altrimenti sarebbe disastroso». «Credo che per il bene del paese sia importante farlo», ha proseguito riferendosi alla proroga degli incentivi nel 2010. «Ma non voglio giudicare», ha aggiunto. «Questa - ha proseguito l'ad di Fiat - è una scelta che deve fare il governo Berlusconi basandosi sulle esigenze del Governo. La decisione di non rinnovarli però avrebbe un impatto piuttosto disastroso sul livello occupazionale in Italia». A chi gli ha chiesto se fosse in programma un incontro con il Governo su questo punto Marchionne ha risposto: «È ancora troppo presto». Scajola: rinnovo incentivi auspicabile - La prosecuzione degli incentivi al settore auto «è una cosa auspicata e auspicabile», anche se «è prematuro parlarne». Questo il commento del ministro allo Sviluppo Economico, Claudio Scajola, a margine di un'audizione alla Camera sull’auspicio formulato stamani dell'ad di Fiat, Sergio Marchionne.