Rapporto deficit-Pil al 9,3%

Albina Perri

Il rapporto tra deficit e pil al 9,3%, registrato nel primo trimestre 2009 è il dato più negativo dal 1999, anno in cui è cominciata la serie statistica dell'Istat. L'Istituto ricorda che il dato diffuso oggi sull'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche è conforme alle regole di contabilità europea (sec 95) ma «differisce dalla stima annuale calcolata ai fini della notifica dei parametri di Maastricht». La differenza tra i due metodi di calcolo riguarda il trattamento delle operazioni di swap. Da ricordare anche che tradizionalmente il primo trimestre dell'anno è quello in cui si registra il rapporto più alto tra deficit e pil, che poi nel corso dell'anno viene corretto con le decisioni di politica economica. In valore assoluto l'indebitamento netto registrato nel primo trimestre è pari a 34,082 miliardi di euro. I dati tecnici- Il saldo corrente, nel primo trimestre, è stato negativo per 21,977 miliardi, con un'incidenza sul Pil di -6% (-11,257 nel 2008, -3%). Le entrate totali sono diminuite del 2,8% tendenziale, con un'incidenza sul Pil del 39,9% (39,8% nel corrispondente trimestre del 2008): le entrate correnti sono diminuite del 2,9% per l'effetto combinato della di una diminuzione delle imposte dirette (-4,6%), delle imposte indirette (-4,9%) e dei contributi sociali (-0,1%), e della crescita delle altre entrate correnti (+0,9%).Le entrate in conto capitale sono salite del 24,8% tendenziale. Le uscite totali sono aumentate del 4,6% tendenziale, con un valore rispetto al Pil del 49,2% (45,6% nel 2008): le uscite correnti sono salite del 3,9%, per la crescita del 7% dei redditi da lavoro dipendente (sui quali hanno influito i rinnovi contrattuali dei dipendenti dei ministeri, della scuola, degli enti pubblici non economici, dell'università e degli enti di ricerca), del 7,4% dei consumi intermedi, del 5,6% delle prestazioni sociali in denaro, dello 0,3% delle altre uscite correnti e di una diminuzione del 7,8% degli interessi passivi (che risentono della discesa dei tassi di interesse iniziata negli ultimi mesi del 2008). Le uscite in conto capitale sono aumentate in termini tendenziali del 15,3% a causa dell'incremento degli investimenti fissi lordi (+17,4%) e delle altre uscite in conto capitale (+12%). L'aumento degli investimenti fissi lordi, sottolineano i tecnici dell'Istat, è stato influenzato dal ritrasferimento agli enti di previdenza degli immobili non ancora venduti nell'ambito delle operazioni Scip classificati come investimenti.