Draghi lancia l'allarme:
«Il pil, se non succede niente, in altre parole se non continua a cadere, alla fine di quest'annosarà sceso del 5% circa». Lo ha detto, intervenendo alla presentazionedel Rapporto sull'economia dell'Abruzzo, il governatore della Bancad'Italia Mario Draghi. Il discorso di Draghi si èpoi sviluppato sulle forme strutturali, la tenuta dei consumi, la questionebanche e gli interventi di salvataggio. “Siamo nel mezzo di una crisi economicamondiale che per certi aspetti ricorda, per il carattere di drammmaticità, disubitaneità e di intensità, il sisma che c'è stato in Abruzzo. Si potrà parlaredi crescita solo se queste condizioni si realizzeranno: la tenuta dei consumi ela possibile tenuta del mercato del lavoro”, ha sottolineato Draghi. Dopo lafase acuta della crisi che ha colpito l'economia mondiale “oggi certamente lavelocità di caduta è rallentata e, per la prima volta, in un anno e mezzo, dueanni, il Fondo monetario internazionale ha rivisto al rialzo le previsionidella domanda mondiale: non si tratta di grandi revisioni che fanno pensare chesiamo arrivati a un punto di svolta, ma certamente sono segnali da guardare conmolta attenzione”. Tra i primi interventi dacompiere, ha detto il numero uno di Bankitalia, ci sono le “riformestrutturali. La nostra crescita è piatta da un quindicennio. Però ci sono statidei progressi, per esempio nella pubblica amministrazione, nella riforma dellascuola, ma ci sono anche tante altre cose da fare”. Ma per tornare a crescere èsoprattutto indispensabile garantire “la tenuta dei consumi. In che modo? È essenzialeuna sostanziale tenuta del mercato del lavoro, ma la disoccupazione continua acrescere”. Per questo, tra le condizioni necessarie per la ripresa, Draghievidenzia anche la necessità che “la capacità di spesa venga conservata anchein presenza di crescita della disoccupazione». In sostanza, conclude ilgovernatore, «i comportamenti delle imprese e dei consumatori da un lato e lepolitiche economiche che verranno fatte nei prossimi mesi, dall'altro, sarannole condizioni per il superamento di questa crisi”. Intanto è ancora polemicatra i banchieri e il ministro dell'Economia Giulio Tremonti. "Dire chetutti i problemi vengono dalle banche è strutturalmente sbagliato", hadetto l'amministratore delegato di UniCredit Alessandro Profumo. "L'economiareale è in difficoltà, le imprese, soprattutto le piccole, sono in difficoltàper il forte allungamento dei tempi di pagamento dei loro clienti e le banchele stanno sostenendo in questo fenomeno", ha aggiunto Profumo. Moltocritico invece sull'atteggiamento di banche e banchieri era stato mercoledìancora una volta il ministro Tremonti, secondo il quale il problema del creditoerogato dal sistema bancario italiano è una partita ancora aperta. A darmanforte a Profumo arriva da Bruxelles la dichiarazione del direttore generaledell'Abi, Giuseppe Zadra: “In questomomento le banche non hanno alcun problema di liquidità e non hanno imprese acui dare i soldi. La verità è che il cavallo non beve - ha detto Zadra - mentresi continua a dire che siamo noi a non volere dare da bere al cavallo. E sipretende che le banche sostengano le imprese che non hanno flussi di cassaadeguati, in grado di garantire i prestiti richiesti. Commentando poi lainiezione di liquidità da 442 miliardi di euro decisa dalla Bce, Zadra hasottolineato come “potrebbe essere un consolidamento della liquidità esistente”.Ci sarà da verificare - ha spiegato - «quanto si tratti di nuova liquidità o quantodi liquidità sostitutiva”, vale a dire “un consolidamento degli stessi soldigià dati, in scadenza a fine mese, e ora ridati per un anno ad un buon prezzo”.