Stangata sul volante
Governo contromano: ci tassa pure la patente
Un miliardo, 81 milioni e 200mila euro. Più un altro miliarduccio per le visite mediche di abilitazione alla guida. Dal prossimo 9 gennaio ci troveremo in tasca (noi e gli altri 34 milioni di automobilisti italiani con un titolo di guida attivo), un documento “illegale”, stante la normativa europea. Cambiano infatti le procedure per il rinnovo della patente: sparirà il bollino adesivo e l’automobilista riceverà direttamente a casa (ma a pagamento) un nuovo documento. A prevederlo è un decreto del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, pubblicato giusto il 10 dicembre scorso sulla Gazzetta ufficiale. Viene recepita una direttiva europea che impone l’adozione di un formato unico di patente sul tipo carta di credito. L’obiettivo è rendere più difficile la falsificazione e uniformare il documento tra i vari Stati dell’Unione. A Bruxelles la figurina adesiva (quelle della Panini con i calciatori non c’entrano però), non piace. E quindi andranno progressivamente rinnovate 34 milioni di patenti. Anche quelle di ultimo modello (formato carta di credito, supporto plastificato). Se è vero che il costo resta invariato (25 euro), l’adeguamento coinvolgerà tutta la platea dei guidatori, o anche solo chi custodisce nel portafogli la patente anche se non ha neppure un triciclo abilitato alla circolazione stradale. E poi cambiano le modalità del versamento: 9 euro dovranno andare alla Motorizzazione attraverso un bollettino postale (con un costo di 1,30 in più), mentre altri 16 euro, sempre tramite versamento (un altro versamento di 1,3 euro ovviamente alle Poste), che sostituirà la marca da bollo. Bollettini pagati si dovrà consegnare il tutto al medico con a una fotografia. Ma non è finita qui. Oltre a pagare la visita medica (il costo è mutevole a seconda del tariffario applicato dalla Asl di competenza), vanno anche aggiunti 6,80 euro di francobolli per recapitare la lettera (posta assicurata). Tutto il procedimento sarà digitale, per il medico forse, non per i comuni mortali che dovranno fare la fila allo sportello postale. Infatti il medico dell’azienda sanitaria locale accederà al sistema informatico del dipartimento dei Trasporto con le proprie credenziali e un Pin. Lo stesso medico inserirà il risultato della visita e gli estremi del pagamento e allegherà foto e firma del patentato. Il sistema rilascerà a questo punto una ricevuta cartecea che, firmata dal medico, sarà valida fino all’arrivo della nuova patente a casa del titolare, ma comunque non più di 60 giorni. Tirando le somme tutto questo giochino per adeguarci ai parametri europei costerà oltre 1 miliardo solo in bolli, bollettini e altre amenità contabili per il rinnovo di tutte le patenti attive. Tralasciando il costo della visita medica (in media 35 euro), che gli aspiranti conduttori dovranno sborsare. Tirando le somme sborseremo 1 miliardo abbondante di bolli, più un altro miliardo per le visite mediche di rinnovo. Soldi che dalle nostre tasche andranno dritti dritti alla Motorizzazione, all’erario, alle Poste, alle Asl. Forse, visto che l’Italia detiene il primato europeo per le procedure d’infrazione (99 casi), potevamo continuare a restare dietro alla lavagna dei discoli. Stando al Rapporto annuale della Commissione europea ci spetta anche il record negativo di procedure d’infrazione aperte per trasposizione tardiva delle norme Ue, con 36 casi, seguita da Portogallo e (34) e Ungheria (26). Visto il momento (e i costi indotti) potevamo anche temporeggiare, trattare, ipotizzare un progressivo adeguamento. E invece no. Spenderemo altri 2 miliardi per una pecetta adesiva che agli euroburocrati proprio non piace. di Antonio Castro