La sprangata natalizia
Adusbef e Federconsumatori: "Il 90 per cento della tredicesima va via in tasse"
Natale magro. Gli italiani strozzati dalla pressione fiscale e da un governo guidato da un tassarolo di nome Enrico Letta, non possono far altro che spendere la loro tredicesima in tasse e imposte. L'allarme lo lancia uno studio di Federconsumatori e Adusbef: il 90 per cento della tredicesima, secondo lo studio, andrà in fumo per "smare il fisco". e tredicesime degli italiani (quelli che hanno la fortuna di averla) saranno “bruciate” in spese per mantenere auto (assicurazione Rc), casa (mutuo) e per le tasse. “La tredicesima – spiega l’associazione – ancor più che falcidiata quindi sotto l’albero di Natale, per pagare gli aumenti infiniti iniziati a gennaio 2013 con le tariffe autostradali, benzina, bolli, tasse, tarsu, ed Imu riciclate nella Trise, ed altri ordinari balzelli. A fine anno, oltre alla busta paga più pesante, arrivano infatti anche le consuete scadenze fiscali, quali tasse, bolli, rate e canoni, che durante il mese di dicembre i contribuenti sono chiamati a versare. Con il risultato di ridurre del 90,9 per cento l’agognata gratifica natalizia. Nel rincorrersi dei pagamenti da effettuare entro il 31 dicembre, dei 34,20 miliardi di euro di tredicesime che verranno pagate quest’anno, soltanto il 9,1 per cento, ossia 3,1 miliardi di euro, per la prima volta meno di un decimo del monte tredicesime, resterà realmente nelle tasche di lavoratori e pensionati”. Bottino ricco - Insomma a quanto pare non ci sarà nemmeno il tempo di concedersi qualche sfizio o qualche ragalo in più che già bisogna pagare cartelle e aumenti fiscali su tutti i balzelli che colpiscono da tempo le famiglie italiane. E per l'erario il bottino delle tredicesime è ghiotto. Parliamo infatti di 34,20 miliardi di euro (-0,3 miliardi, con un decremento dello 0,9% per cento rispetto al 2012), così ripartite: 9,8 miliardi ai pensionati (-1%); 9,1 miliardi ai lavoratori pubblici (-1,1%); 15,3 mld (-0,6%) ai dipendenti privati (agricoltura, industria e terziario). Ma dopo un anno di rincari ed aumenti speculativi che hanno falcidiato i redditi delle famiglie costrette a nuovi debiti, con una perdita ulteriore del potere di acquisto, resterà poco per festeggiare. Babbo Natale quest'anno ha le sembianze di Letta e batterà cassa già dall'1 gennaio.