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Crisi economica, la gufata sfacciata degli economisti sull'Italia: crisi irreversibile, la vendetta dell'Ue

Gino Coala

Quel che più minaccia l'economia italiana non è solo il debito pubblico e i ciclici problemi con il deficit, ma soprattutto il pessimo rapporto con Bruxelles. L'ultimo allarme sul futuro italiano arriva dal convegno a Venezia dell'Aspen institute Italia e della londinese Chatham house che, come riporta il Corriere della sera, ha messo sotto la lente di ingrandimento il doppio rischio che corre il sistema economico europeo, due rischi "idiosincratici", cioè due pericolo specifici che possono provocare seri danni. Uno di questi pericoli è la Brexit, l'altro secondo gli analisti è proprio l'Italia. Leggi anche: Draghi, il cupo sospetto dietro il suo unico fallimento: "Perché ora salverà solo se stesso" Secondo gli economisti, la "questione italiana" parte dall'ipotesi che l'intera economia mondiale possa rallentare in modo ben più significativo del previsto. E se l'Eurozona dovesse entrare in recessione, gli spazi di manovra economica per l'Italia sarebbero pochissimi e molto stretti, sempre per colpa dell'alto debito pubblico. Dal convegno, alla presenza del ministro dell'Economia Giovanni Tria, è emersa quindi l'esigenza che l'Europa crei una sorta di cuscinetto finanziario, da usare nei momenti di maggiore pressione sui titoli di Stato, cioè quando sono sotto pressione. Uno strumento che sarebbe utile all'Italia in un momento in cui l'attività economica rallenta, fino ormai alla recessione tecnica. Senza quel cuscinetto, resterebbe il solo intervento della Bce, in un contesto europeo più complicato che in passato, cioè con i Paesi membri divisi e contrapposti tra di loro. Nel caso in cui l'Italia dovesse entrare in una crisi seria, chissà quanti Stati Ue sarebbero d'accordo in un suo salvataggio, a fronte di sacrifici in casa propria.