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Export: ad Decio, 'Sace e Intesa Spaolo al fianco delle Pmi del Veneto' (2)

AdnKronos

(AdnKronos) - “In un mondo in cui i rischi aumentano è fondamentale non arrendersi e andare a intercettare la crescita laddove proverrà, continuando a investire su ciò che da sempre sappiamo fare bene: esportare e internazionalizzarci – ha dichiarato Alessandro Decio, Amministratore Delegato di SACE –. Siamo pronti a fare la nostra parte al fianco delle imprese, soprattutto PMI, e in particolare in questa regione che ancora oggi in Italia è sul podio per capacità esportativa. Contiamo di poter fare sempre meglio, anche attraverso una maggiore complementarietà con il sistema bancario che confermiamo oggi grazie alla partnership con Intesa Sanpaolo”. “Le esportazioni sono una leva fondamentale per il consolidamento e la crescita dell’economia del nostro territorio – ha commentato Renzo Simonato, direttore regionale Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige di Intesa Sanpaolo -. Lavoriamo per mettere le imprese nella condizione migliore per le opportunità sui mercati in crescita, dove la domanda di made in Italy richiede strategie di sistema, come quelle che da anni abbiamo sviluppato con SACE. Intesa Sanpaolo dispone di una rete internazionale e di servizi per l’esportazione, che presidia oltre 40 Paesi. Anche nel 2019 continueremo a sostenere le aziende che vogliono crescere all’estero, oltre a promuovere investimenti in capitale umano, operazioni di finanza straordinaria e innovazione, con un’attenzione particolare alla filiera”. “In un contesto caratterizzato dall'incertezza, a renderci ottimisti è la grande capacità degli imprenditori vicentini di reagire con velocità alle novità della domanda mondiale - ha dichiarato Remo Pedon, Vice Presidente con Delega ai Mercati Esteri di Confindustria Vicenza . Questo è sempre stato un nostro grande punto di forza. Dovremo quindi puntare molto sulla diversificazione dei mercati e delle strategie di approccio commerciale. Dovremo fare network con i partner più strutturati e scommettere sui grandi mercati del mondo dove per mille motivi le nostre imprese sono meno presenti come ad esempio l’India e i mercati del Sud Est Asiatico, il Brasile dove il nuovo corso politico potrebbe rilanciare gli investimenti. Poi c’è la Russia dove sanzioni ed embargo stanno in qualche modo sviluppando una economia industriale e, infine quei mercati dell’Africa Sub Sahariana meno sensibili alle dinamiche delle materie prime come nel caso di Etiopia, Kenya”.