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Trivelle: Consorzi Bonifica, evitare ripetersi di un errore che paghiamo ancora oggi'
Venezia, 11 feb. (AdnKronos) - “Non si può rifinanziare, grazie ad un impegno politico trasversale da noi sollecitato, la cosiddetta Legge Ravenna, con lo stanziamento di 26 milioni di euro dal 2018 al 2024 per mitigare le conseguenze della subsidenza e contestualmente rischiare di riaccenderne le cause, creando le condizioni per trivellazioni anche nell’Alto Adriatico”. Lo sottolinea Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI), aderendo all’invito dei Presidenti dei Consorzi di bonifica rodigini Adige Po e Delta del Po. E, i due presidenti, Mauro Visentin e Adriano Tugnolo, sottolineano: “Non vogliamo più alluvioni, non vogliamo più che il territorio si abbassi. Le conseguenze sono state disastrose per il Polesine.” “I territori delle province di Rovigo, Ferrara e del comune di Ravenna – ricorda Giancarlo Mantovani, Direttore dei Consorzi di bonifica polesani - sono stati interessati dallo sfruttamento di giacimenti metaniferi dal 1938 al 1964; l’emungimento di acque metanifere innescò un’accelerazione, nell’abbassamento del suolo, decine di volte superiore ai livelli normali: agli inizi degli anni ‘60 raggiunse punte di 2 metri ed oltre, con una velocità stimabile fra i 10 ed i 25 centimetri all’anno; misure successive hanno dimostrato che l’abbassamento del territorio ha avuto punte massime di oltre 3 metri dal 1950 al 1980. Successivi rilievi effettuati dall’Università di Padova hanno evidenziato un ulteriore abbassamento di 50 centimetri nel periodo 1983-2008 nelle zone interne del Delta del Po.”.