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Veneto: Cgil, Cassa integrazione in crescita, disoccupazione giovanile al 21 p.c. (2)

AdnKronos

(AdnKronos) - "Se l’Italia è in recessione tecnica, il Veneto (fortemente vocato all’export) non è affatto immune da pericoli che si sovrapporrebbero agli effetti devastanti dei lunghi anni di crisi appena trascorsi e ad un mercato del lavoro divenuto assai più debole, connotato da una crescita della precarietà, della sottooccupazione, e da un alto tasso di disoccupazione giovanile (21%)", avverte Ferrari. "Per questo sono urgenti misure anticicliche, che rilancino gli investimenti ed il lavoro. Invece la manovra del Governo guarda altrove, facendo mancare quell’ossigeno indispensabile per ridare slancio alle attività e superare le debolezze strutturali del paese", sottolinea. “La legge di stabilità – dice Ferrari – ha compiuto una scelta totalmente sbagliata, rinunciando all’unica leva che servirebbe: gli investimenti pubblici. Senza di essi e senza politiche industriali che rilancino gli investimenti privati non si contrasta la recessione.”(segue) "In tale contesto suona come una “presa in giro” la prospettiva delle tre proposte di lavoro offerte ai beneficiari del reddito di cittadinanza. Il lavoro - ribadisce Ferrari - si crea con una politica che punti all’innovazione, alla ricerca, all’istruzione, alla manutenzione ed all’infrastrutturazione del territorio. Invece di tutto ciò non c’è traccia. Operando un’ingiustizia (flat tax e condoni) ai danni del lavoro dipendente e delle pensioni, ci si è indebitati per sostenere benefici fiscali e trasferimenti monetari e, visto che si sono ipotecate con enormi clausole di salvaguardia le manovre future, non vorremmo che si verificassero le condizioni per una manovra correttiva che finirebbe per tagliare la spesa sociale ed avere effetti ancor più recessivi". "Cgil Cisl Uil presentano una proposta che sintetizza un’idea di Paese e soprattutto di lavoro dignitoso e di qualità. Non crediamo, anzi combattiamo, un’idea di Paese che si rassegna ad una futuro distopico, in cui scompare il lavoro, in cui crescono le disuguaglianze, in cui si vive solo grazie alla generosità dello Stato. Non è questa la risposta da dare in primo luogo ai giovani. Ed è soprattutto per loro che saremo a Roma: per chiedere una svolta all’altezza delle migliori aspettative di chi vive, studia e lavora nel nostro Paese”, conclude.