economia
"Potremmo tornare alla crisi", l'allarme di Confindustria
Bologna, 1 dic. (AdnKronos) - "Potremmo ritornare alla crisi. I dati dicono che ci stiamo avviando verso una fase di decrescita che è tutto tranne che felice. Non so chi fa felice questa decrescita: noi no". A dirlo è il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, a margine del Forum Industria di Confindustria 'Pmi e persone al centro' oggi a Bologna. I dati Istat sul terzo trimestre 2018, conferma Boccia, destano preoccupazione: "I dati sul medio termine non possono farci bene, dobbiamo aprirci ai mercati, siamo un grande Paese esportatore. E occorre riequilibrare la manovra. Lo diciamo da tempo ma nessuno ci ascolta. Speriamo che questi dati facciano riflettere la politica e il governo del Paese". Poi, rispondendo a chi gli chiede un commento sul reddito di cittadinanza, il presidente di Confindustria avverte: "I posti di lavoro non si creano con l'assistenza" ma "abbassando il cuneo fiscale e facendo un grande piano di inclusione per i giovani e il Paese a partire dal Mezzogiorno". "Il termine lavoro non è un termine ultimamente molto usato e molto di moda - sottolinea - Bisogna tornare alla centralità del lavoro e dell'occupazione nel Paese". Quanto alla manovra, per Boccia il fatto che ci sia ancora uno spiraglio nella trattativa in corso tra l’Italia e l’Europa per evitare una procedura di infrazione "è un buon segnale ma il nostro punto di vista va oltre: il punto non è tanto lo sforamento che il governo ha deciso" e la conseguente "trattativa che è in atto con la commissione Ue. Il punto è se queste risorse sono usate per la crescita o meno, cioè quale impatto sull’economia reale la manovra economica ha". "Se la manovra ha un impatto solo categoriale ed espansivo, e quindi porta il Paese indietro e non in avanti perché realizza meno occupazione e meno crescita, è una domanda che dobbiamo farci come italiani - evidenzia - Apre una questione italiana, non europea".