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Lavoro: Apindustria Vicenza, non si combatte così la precarietà

AdnKronos

Vicenza, 4 lug. (AdnKronos) - “Chi dà lavoro oggi, chi rappresenta il vero welfare in Italia sono le Pmi – esordisce Lorenzin, Presidente di Apindustria Confimi Vicenza. Ci sono 4 milioni e 300 mila piccole e medie imprese nel Paese che danno lavoro a 16 milioni di persone e rappresentano il 73,8 % del Pil”. “Le imprese manifatturiere vicentine ricadono, nella stragrande maggioranza dei casi, in questa classificazione. Non sono imprese che "vivono" del precariato dei propri collaboratori, anzi l'uso che ne viene fatto è quasi sempre quello “di prova” di una nuova figura, che se è adeguata verrà stabilizzata non per un obbligo di legge, ma nell'interesse dell'impresa stessa. Per fornire occupazione però bisogna avere delle risorse da investire, mentre le PMI sono tartassate da un costo del lavoro, dell’energia e da un peso burocratico senza paragoni in Europa. Pensare di dare stabilità irrigidendo il mercato del lavoro e non risolvendo queste criticità è curare il sintomo e non la malattia, col risultato di far morire il paziente”, sottolinea. “In un periodo in cui la ripresa vista nei mesi scorsi è messa alla prova da numerosi fattori congiunturali esterni (si pensi solo alla guerra dei dazi o alla conflittualità interna alla UE su molti temi sovranazionali) - prosegue Lorenzin - introdurre pesanti indennità in caso di licenziamenti è un colpo in primis al lavoro. Era nota la volontà di limitare a 24 mesi la durata dei tempi determinati e reintrodurre le famigerate causali, per legittimare l’apposizione del termine al contratto dopo i primi 12 mesi; ma quello che sorprende veramente è che sopravvive il contingente massimo del 20% rispetto ai lavoratori a tempo indeterminato, perché la norma specifica non viene toccata".