economia

Il report, in Italia 1,75% Pil a politiche attive, in Francia il 2,52%

AdnKronos

Milano, 28 giu. (Labitalia) - In Italia, dove si contano circa 3 milioni di disoccupati (dei quali il 58 % da oltre 12 mesi), la spesa complessiva per le politiche del lavoro è di 28,9 miliardi di euro (1,75% del Pil). In Francia la quota di disoccupati di lunga durata da oltre 12 mesi è del 43% (15 punti percentuali in meno dell’Italia) e la spesa in politiche del lavoro è di 46 miliardi di euro (2,52% del Pil). In Germania la spesa arriva a 65 miliardi di euro (1,51% del Pil), ma i disoccupati sono 1,9 milioni e meno della metà restano in questa condizione per oltre 12 mesi. Emerge dal report “Il punto sull’assegno di ricollocazione”, presentato al Festival del Lavoro 2018, con il quale l’Osservatorio Statistico dei Consulenti del lavoro, esamina i potenziali destinatari e la macchina organizzativa che deve supportare la misura di politica attiva e presenta i risultati di un modello di profilazione che si basa su dati amministravi. Mentre, per quanto riguarda il costo per i servizi (in tale categoria rientra soprattutto il costo del personale per il funzionamento dei servizi pubblici per l’impiego), l’Italia spende 750 milioni l’anno per coprire il costo di meno di 8 mila dipendenti dei centri per l’impiego pubblici. In Francia 50 mila addetti dei pôle emploi per una spesa di 5,5 miliardi di euro. In Germania 110 mila addetti ai servizi per il lavoro sono accompagnati da un investimento che supera gli 11 miliardi di euro. In conseguenza delle scelte di allocazione di risorse in Italia, c’è il forte rischio che la spesa per le politiche passive vada fuori controllo. La spesa per le politiche del lavoro in Italia è per il 74% (17 miliardi di euro nel 2016, inclusi i contributi figurativi) destinata alle politiche passive. Inoltre, metà della spesa per le misure di politiche attive è assorbita dagli incentivi all’assunzione (13% sul totale delle politiche attive e passive) e solo il 12% si concretizza in misure di politica attiva che non siano incentivi, quasi completamente rappresentate dalla spesa in formazione. In Germania e in Francia la spesa in politiche passive è rispettivamente del 58% e del 66%, mentre grandi investimenti sono rivolti ai servizi e alle politiche attive per i soggetti svantaggiati.