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Bankitalia: "Destino Italia è quello dell'Europa"

Roma, 29 mag. _ (AdnKronos) - "Il destino dell'Italia è quello dell'Europa" ma quella del nostro Paese "deve essere una presenza autorevole nel dibattito sulla ridefinizione degli assetti normativi e istituzionali dell'Ue, presenza ancora più importante nell'attuale fase di grandi trasformazioni sociali, economiche e finanziarie". A sottolinearlo è il governatore di Bankitalia Ignazio Visco nelle Considerazioni Finali lette all'Assemblea annuale. "Siamo parte di una grande area economica profondamente integrata il cui sviluppo determina il nostro e allo stesso tempo ne dipende" ricorda Visco che ammette come "l'Europa ha bisogno di rivedere gli strumenti esistenti e di crearne di nuovi, comuni, per affrontare gli shock economici in un contesto ni cui quelli nazionali sono deboli o indisponibili". Il governatore ricorda che "dopo le riforme degli scorsi anni, ulteriori progressi sembrano al momento bloccati dalla preoccupazione per le vulnerabilità finanziarie, pubbliche e private e dalla sfiducia reciproca". Ma se "l'Unione europea e l'area dell'euro non hanno un governo comune, la sua lontananza non deve fiaccare la volontà di partecipare con vigore e da protagonisti al dialogo e agli approfondimenti dai quali dipende nei prossimi anni la prosperità dei cittadni europei". "E' a tutti evidente la delicatezza e la straordinarietà del momento che stiamo vivendo - ha poi aggiunto - Se è auspicabile che siano definiti con chiarezza e lungimiranza gli obiettivi e i progetti delle diverse forze politiche non sarebbe saggio ignorare le compatibilità finanziarie". "E non per rigidità a livello europeo o minacce speculative ma perché le nostre azioni, i nostri programmi forniscono i segnali che orientano l'allocazione delle risorse a livello nazionale e globale", ha sottolineato. "Non sono le regole europee il nostro vincolo, è la logica economica", ha quindi ribadito Visco ricordando come a questa logica "è strettamente connesso l'obbligo, che tutti abbiamo, di non compromettere il futuro delle prossime generazioni: accrescere il debito vuol dire accollare loro quello che oggi non si vuole pagare".