I nostri soldi

Vittorio Feltri: vi spiego perché le banche vanno malissimo (e falliscono)

Andrea Tempestini

Ci siamo sempre chiesti per quale motivo le banche falliscano o vadano da cani. E sinceramente non lo avevamo mai capito. Esse infatti raccolgono i risparmi dei cittadini, li accantonano ed eventualmente prestano soldi a chi intraprende dietro garanzie, di solito immobiliari. Difficile che adottando questo criterio sia possibile smenare un euro. E invece siamo quotidianamente di fronte al fallimento di un istituto di credito del Veneto, della Toscana o di altra regione. Come mai? Lo abbiamo scoperto per caso. Leggi anche: Vittorio Feltri e il più feroce ritratto di Di Maio mai scritto Personalmente ho ricevuto una missiva della Popolare di Sondrio, per altro ottima banca, e contrariamente a quello che faccio di solito l’ho letta, in parte, poi mi sono rotto le scatole e l’ho abbandonata. Si trattava di nove facciate fittamente scritte che non dicevano nulla di comprensibile. Le pubblichiamo tutte per dimostrarvi la assurdità della burocrazia che impone alle banche di inviare ai clienti una mappazza di parole totalmente oscure. In sostanza, la Popolare mi inonda di frasi senza senso per ottemperare a disposizioni europee. In altri termini, spero più chiari, io correntista sono obbligato a sorbirmi un pistolotto interminabile per comprendere a chi ho affidato i miei quattrini e quali siano gli obblighi cui devo sottostare. Vi prego di leggere la lettera in questione e ditemi se riuscite a decifrarne il senso. Io non ho inteso nulla, neanche una virgola per me ha un senso. Mi domando come sia possibile che una banca, con tutto il daffare che immagino abbia, debba sprecare tempo per operazioni epistolari complicate quanto inutili, per notificarmi le regole che devo osservare. Ho scoperto che l’idea di sommergermi di chiacchiere idiote è dell’Europa, la quale si occupa di cretinate da trasformare in ordini cui mi tocca ubbidire senza sapere perché. Ora è del tutto evidente che se le banche sono chiamate a svolgere simili servizi per nome e per conto della Ue, non hanno poi le forze allo scopo di controllare l’andamento del lavoro, quello che giustifica la loro esistenza. In sintesi. Gli istituti di credito vanno a pallino perché impegnati su fronti burocratici e trascurano i propri uffici e tutti noi sfigati che depositiamo, rischiosamente, i nostri denari. Siamo disgustati e chiediamo a viva voce di essere liberati dalla schiavitù di Bruxelles. L’appello è rivolto ai politici, che non lo ascolteranno. Pace amen. di Vittorio Feltri