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Biotecnologie e bioeconomia protagonista a Roma, VII edizione per Ifib
Roma, 5 ott. - (AdnKronos) - Secondo le stime dell'Ocse, nel 2030 le biotecnologie avranno un peso enorme nell’economia mondiale: 50% dei prodotti agricoli, 80% dei prodotti farmaceutici, 35% dei prodotti chimici e industriali, incidendo complessivamente per il 2,7% del Pil globale. Secondo stime dell’Unione europea, ogni euro investito nella bioeconomia oggi genererà un valore aggiunto di 10 euro entro il 2025. Solo in Italia, secondo un’analisi condotta dalla Direzione Studi di Intesa Sanpaolo in collaborazione con Assobiotec e Spring, nel 2015 ill valore della bioeconomia era di 251 miliardi di euro, con circa 1,7 milioni di occupati. Obiettivo della Strategia nazionale sulla bioeconomia presentata dal Governo lo scorso 20 aprile è di incrementare questi valori del 20% entro il 2030. Sono alcuni dei dati emersi da Ifib, il Forum italiano sulle biotecnologie industriali e la bioeconomia, in corso a Roma a Palazzo Rospigliosi e giunto alla sua settima edizione, organizzato da Assobiotec, l’Associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie che fa parte di Federchimica, Innovhub-Stazioni Sperimentali per l’Industria e il cluster nazionale della Chimica verde Spring, in collaborazione con la Regione Lazio e Lazio Innova. Ifib è l’unico evento nel Sud Europa dedicato interamente alla bioeconomia, dove si presentano ricerche scientifiche e industriali in grado di favorire una crescita economica sostenibile rispondendo, grazie alle biotecnologie industriali, alle sfide che pone il nuovo millennio: ricerca di alternative al petrolio e alle altre fonti energetiche fossili, aumento della popolazione mondiale e cambiamenti climatici. Oltre 300 partecipanti provenienti da una ventina di Paesi diversi dell’area Euro-Mediterranea, ma anche Canada, Stati Uniti e Argentina, oltre 40 presentazioni e 20 poster di imprese, università e centri di ricerche nel campo dell’applicazione industriale delle biotecnologie, della bioeconomia e dell’economia circolare. “Il successo di Ifib testimonia l’importanza crescente della bioeconomia come driver di crescita su cui anche l’Italia deve puntare con forza per generare occupazione e sviluppo sostenibile”, dichiara Riccardo Palmisano, presidente di Assobiotec. Il forum è articolato in sessioni dedicate alla Chimica bio-based, all’Energia e alle Bioraffinerie e alle Scienze della Vita. Quest’anno è in programma una sessione dedicata all’analisi delle politiche regionali europee per favorire lo sviluppo della bioeconomia: Renania settentrionale Vestfalia, Yorkshire, Hauts-de-France and Grand Est, Zuid Holland, Basilicata. Una seconda Sessione, inoltre, affronta il tema dell’Economia circolare. Tra i key note speakers: Murray MacLaughlin di BioIndustrial Innovation Canada, Dale Walker della Ellen MacArthur Foundation, Thomas Arnold della DG Ricerca e Innovazione della Commissione europea e Giulio Volpi della DG per l’Energia. In agenda una Tavola rotonda dedicata al tema degli impianti pilota pubblici a cui prenderanno parte rappresentanti delle principali infrastrutture europee, e una sessione dedicata alle start-up all’interno della seconda edizione del bootcamp StartupsOnStage promosso da Lazio Innova, in collaborazione con Intesa Sanpaolo. “Quando parliamo di bioeconomia – sostiene Catia Bastioli, presidente del Cluster Tecnologico Nazionale della Chimica Verde Spring – dobbiamo pensare non semplicemente alle biomasse, ma a un vero e proprio cambio di paradigma in una logica di economia circolare. Si tratta di un modello di innovazione continua applicata ai territori, in grado di interessare le comunità e di valorizzare le loro specificità. Il contributo di eventi come Ifib nel coinvolgere vari interlocutori intorno a progetti territoriali che fungono da laboratori è fondamentale per accelerare questo processo”. “L’Italia – afferma Bastioli – con la sua esperienza e le sue competenze può inoltre contribuire allo sviluppo e al consolidamento della bioeconomia nell’intera area Mediterranea. Un adeguato supporto alle filiere già esistenti - che partono dall’agricoltura e arrivano fino ai prodotti e al loro smaltimento, attraverso soluzioni capaci di generare nuovo valore e nuove risorse - potrebbe infatti accelerare una profonda rinascita dei territori, con benefici sullo sviluppo sostenibile e sulla stabilità politica dell’intera zona”. “Riteniamo che gli investimenti industriali nei settori delle biotecnologie e della circular economy siano uno degli elementi fondamentali dello sviluppo, presente e futuro del nostro territorio e dell’Europa tutta - spiega l’assessore allo Sviluppo Economico e Attività Produttive della Regione Lazio, Guido Fabiani - Quello della sostenibilità è un fattore di competitività tanto delle singole imprese quanto di tutto un sistema economico ma c’è ancora molto lavoro da fare perché il concetto di circular economy venga compreso nella sua essenza e applicato diffusamente". L’iniziativa vede il coinvolgimento per le attività del brokerage event, della Rete Een - Enterprise Europe Network, di Innovhub, di Bic Lazio, di Intesa San Paolo, oltre al Cluster C.H.I.CO (Cluster of Health Innovation and Community) e Fondazione Italia Camp. In agenda tre giornate dedicate al Forum internazionale, al Brokerage event, alle Poster session e alla seconda edizione del bootcamp StartupOnStage.