Agenzia delle Entrate in pressing

Redditometro, da lunedì 40mila lettere ai "sospetti" evasori fiscali

Giulio Bucchi

Sta per scattare l'Ora X del Redditometro. L'Agenzia delle Entrate sta completando in questi giorni le circa 40.000 lettere da spedire alla "lista selettiva" di contribuenti a rischio evasione fiscale, che dall'inizio della prossima settimana riceveranno i questionari con le richieste di chiarimenti in relazione all'anno di imposta 2009. Nel caso in cui, a fronte di spese sostenute superiori di oltre il 20% al reddito dichiarato, il contribuente non presenti una memoria difensiva credibile ed esauriente, scatterà la prima tappa della verifica vera e propria, l'accertamento con adesion e, infine, una nuova convocazione per il contraddittorio formale. Le quattro voci - Il principio che muove la contestazione dell'Agenzia è che "tutto quello che è stato speso nel periodo d'imposta in questione" deve essere stato "finanziato con redditi del periodo medesimo", fermo restando (questo è un passaggio importante) la possibilità per il contribuente di provare che le spese sono state finanziate con altri mezzi". Si terrà conto, inoltre, non delle "spese correnti" (soggette a troppe variabili e difficilmente dimostrabili dal contribuente stesso) ma di "fatti certi" e della "concreta disponibilità di beni di cui l'amministrazione possiede informazioni". A partire dai controlli sull'anno di imposta 2011 l'Agenzia godrà dei dati comunicati all'anagrafe dei conti da banche, fiduciarie, Sim e Sgr su conti correnti, saldi, movimenti. Fino a quel momento, la contestazione si baserà su quattro voci principali: le "spese certe" (case, auto, motoscafi), le "spese per elementi certi" (quelle "di gestione", dal carburante ai pezzi di ricambio), gli "investimenti sostenuti nell'anno" e "il risparmio". La difesa del "sospettato" - Il contribuente "sospettato" di evasione avrà 15 giorni di tempo, a partire dalla notitfica, per rispondere alla lettera-questionario dell'Agenzia. Decisamente sconsigliato fare finta di nulla, visto che il Dl/78/2010 prevede, per chi non risponde, una sanzione variabile da 258 a 2.065 euro. In più diventa automatica l'impossibilità di utilizzare le successive prove a propria difesa sia in fase amministrativa sia in fase giudiziaria. Di fatto, si arriverebbe disarmati al contenzioso finale con il Fisco.