Economia
Tariffe locali spingono l'inflazione: +4,9% Crescono prezzi trasporti, acqua e rifiuti
Roma, 31 ago. (Adnkronos) - Le tariffe locali spingono l'inflazione. L'andamento tendenziale tra maggio 2012 e maggio 2013 si mantiene, infatti, al di sopra del 3%, soprattutto per via delle tariffe a controllo locale, cresciute in media del 4,9% nel periodo preso in esame, ben piu' di quelle a controllo nazionale (+3,5% in media nei dodici mesi). E' quanto emerge dall'analisi di Unioncamere sull'andamento dei prezzi amministrati a controllo locale e nazionale - realizzata attraverso il proprio Istituto di ricerca specializzato nelle indagini su distribuzione e servizi (Indis) - sulla base dell'Osservatorio "Prezzi e Mercati". "Per rilanciare i consumi e accompagnare i segnali di ripresa dell'economia - dice il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello - e' indispensabile rallentare la corsa di tasse e tariffe, a cominciare da quelle locali. I tanti, piccoli mercati protetti che ancora resistono riducono il potere d'acquisto di famiglie e imprese e sono un freno alla ripresa". Serve, spiega, "piu' trasparenza della pubblica amministrazione per capire i meccanismi di formazione dei prezzi a livello locale e far si' che questi possano incentivare i comportamenti piu' virtuosi e penalizzare quelli piu' nocivi. L'uso intelligente delle tariffe di certi servizi puo' rivelarsi una leva importante per uno sviluppo locale piu' equo e sostenibile. A condizione di far crescere le capacita' di monitoraggio e di gestione da parte dei comuni". Il quadro complessivo delle tariffe mostra andamenti molto differenziati: in particolare, restano sotto tensione i corrispettivi dei servizi pubblici locali, sui quali pesano i tagli ai trasferimenti agli enti territoriali (Regioni, Province, Comuni) che l'amministrazione centrale ha disposto per fronteggiare la crisi. Gli impulsi al rialzo delle tariffe locali tendono a concentrarsi sul settore dei trasporti: l'ultimo dato disponibile - relativo a maggio - stima gli aumenti medi nella misura del 5,3% tendenziale per il trasporto urbano e del 9,3% per i collegamenti extra urbani. Seguono a ruota i corrispettivi dell'acqua potabile (cresciuti in media del 6.7% tra maggio 2012 e maggio 2013) e dei rifiuti urbani (+4.7% nello stesso periodo). Rispetto all'evoluzione delle tariffe locali, quelle nazionali - al netto di alcune specifiche voci - segnalano una tendenza meno accentuata della crescita media. I consueti ritocchi di gennaio hanno spinto verso l'alto in misura piu' accentuata le tariffe postali che a maggio, in termini tendenziali, segnalavano un aumento medio del 10,1%. In particolare, il costo della spedizione della corrispondenza di base entro i confini nazionali e' passato da 60 a 70 centesimi di euro (+17%), mentre per un invio con servizio di raccomandata l'incremento e' pari a 30 centesimi di euro (da 3,30 a 3,60 euro, +9%). Un'altra voce del tariffario nazionale oggetto di adeguamenti importati e' quella relativa ai pedaggi autostradali: +4,1% la variazione tendenziale annua rilevata a fine maggio, frutto dell'adeguamento disposto a dicembre 2012 dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e da quello dell'Economia e Finanze, per assicurare l'effettiva realizzazione degli investimenti posti a carico di ciascuna societa' concessionaria e garantire il mantenimento dell'infrastruttura in condizioni di efficienza e di sicurezza per gli utenti. Sempre nel quadro delle tariffe nazionali, aumenti particolarmente consistenti si sono registrati anche per le tariffe telefoniche (+9,9% l'incremento tendenziale a fine maggio scorso), in particolare per effetto del tariffario 2013 adottato dall'operatore nazionale. Il nuovo contratto base, in vigore dal 1° aprile di quest'anno, prevede il medesimo importo per le chiamate effettuate verso i numeri fissi e quelli mobili, con aumenti molto sensibili per l'utenza fissa. A fronte di una riduzione dello scatto alla risposta - passato da 7,94 a 5 centesimi di euro - si osserva, infatti, un sostanziale adeguamento del costo al minuto, che sale da 1,9 a 5 centesimi di euro (+160%). Ipotizzando una telefonata di una durata pari a 5 minuti, l'effetto e' che verso un cellulare si calcola una riduzione del 48%, verso un telefono fisso l'aggravio e' superiore al 70%.