Crisi di identità

Fassina: la tassa sulla prima casa resta

Matteo Legnani

Poi dicono che il politico di sinistra che vive solo di tasse (sopra tutti l'ex ministro Vincenzo Visco)  è un personaggio mitologico inventato dal centrodestra. Macchè. L'ennesima prova della sua esistenza ce la dà Stefano Fassina, viceministro per l'Economia del governo Letta. Dopo aver fatto la campagna elettorale brandendo la patrimoniale come un'ascia (e contribuendo, così, allo schianto elettorale di Pierluigi Bersani), Fassina nei giorni scorsi aveva detto e ripetuto che non sarebbe stato possibile eliminare l'Imu sulla prima casa per tutti. "Non ci sono le risorse" aveva detto. "Non possiamo togliere risorse ai cassintegrati o a chi non ce la fa con l'affitto per non far pagare l'Imu a chi ha un attico in centro" aveva rincarato. Niente. Ieri sera il Consiglio dei ministri si è riunito e ha cancellato l'imposta sulla prima casa per tutti e per tutto il 2013. Contento, il Fassina? No. Stamattina l'ex 'Giovane turco' è tornato alla fisco-carica: "Diciamoci la verità, la tassa sulla prima casa non è stata cancellata, perchè la Service Tax prevede una componente patrimoniale". Uno sgambettino al suo presidente del Consiglio che ha spinto Fabrizio Cicchitto a commentare con ironia che "Fassina fa come quello che per far dispetto alla moglie si taglia gli zebedei". Non contento, il viceministro è partito alla carica dell'Iva: "A questo punto, l'aumento previsto per il 1 ottobre eè inevitabile" ha sparato con la bava alla bocca. Trovando pure chi, tra i colleghi di Palazzo Chigi, gli è andato dietro, nella persona del ministro per gli Affari regionali Graziano Del Rio: "Fassina ha ragione, perchè è chiaro che avere dedicato tante risorse all'abolizione dell'Imu creera' qualche problema in piu' sulla questione dell'Iva". Insomma, la tassite acuta non è un caso isolato: nella sinistra resta sempre una epidemia strisciante.