Il piano del governo
Così si prendono i nostri contributi
Riequilibrare le pensioni. Togliendo un po’ a quelle più ricche e ridistribuendo il malloppo alle fasce basse. Il tutto grazie a un meccanismo di solidarietà e con un fondo comune per l’equità previdenziale, alimentato da un contributo a carico degli assegni alti, che servirebbe a garantire a tutti i lavoratori una pensione minima di 750 euro. L’idea è stata lanciata nei giorni scorsi dall’ex presidente del consiglio, Giuliano Amato, e ieri è stata adottata dal ministro del Lavoro. Enrico Giovannini, infatti, starebbe studiando come mettere in atto il progetto proposto dall’ex premier. L’idea, di fatto, prevede di regalare, a chi ha versato poco o nulla nelle casse dell’Inps, una fetta di contributi regolarmente pagati per decenni da attuali pensionati per i quali si applica il sistema retributivo. Quelli col contributivo e con assegno basso, così, dalla sera alla mattina si troveranno con l’assegno alzato a 750 euro, grazie al sacrificio di altri «colleghi». Giovannini veste i panni di Robin Hood, insomma. Non è la prima volta che si cerca di attaccare le pensioni. Il Governo di Mario Monti aveva varato un contributo di solidarietà a doppia velocità (per gli assegni superiori rispettivamente a 90mila euro e 150mila euro) l’anno), poi clamorosamente bocciato dalla Corte costituzionale perché illegittimo. L’idea è mettere insieme una cifra attorno ai 7 miliardi di euro. Che verrebbero messi insieme colpendo le pensioni superiori ai 5mila euro al mese. La questione non è semplice. Sul tavolo dei tecnici del ministero del Lavoro ci sono anche le altre proposte presentate in questi giorni da esperti ed esponenti politici. Il Pd pensa a un prelievo del 10% oltre quota 3.500 euro. Scelta civica, invece, propone di aggredire la quota di pensione pagata in più rispetto ai contributi versati. Non è chiaro se e quando il progetto prenderà forma e arriverà sul tavolo del consiglio dei ministri. Finora il premier Enrico Letta non ha annunciato interventi sulle pensioni. Comparto che negli ultimi 20 anni è stato oggetto di riforma 7-8 volte. Il riequilibrio tra pensioni alte e pensioni basse, comunque, piace al presidente dell’Inps. Antonio Mastrapasqua sostiene che sia opportuno «studiare tutte le possibilità» ma pensa che sia comunque giusto un meccanismo «solidaristico e redistributivo all’interno del sistema pensionistico e non per altre finalità».