Economia

La Bce lascia i tassi fermi allo 0,5% Draghi: "Mercato del lavoro resta debole"

Roma, 1 ago. (Adnkronos/Ign) - La Bce lascia invariato il costo del denaro, al minimo storico. Il Consiglio ha deciso di tenere fermi il tasso di riferimento allo 0,50%, il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale all'1,00% e quello sui depositi allo 0%. L'ultima variazione risale a maggio, quando la Bce ha tagliato dello 0,25% il tasso di riferimento che era rimasto fermo allo 0,75% dal luglio 2012. I tassi di interesse di riferimento per l'area Euro resteranno ai livelli attuali, o piu' bassi, per "un periodo di tempo lungo" afferma il presidente della Bce, Mario Draghi. Secondo Draghi, "questa aspettativa continua ad essere basata su una previsione complessivamente invariata per quanto riguarda l'inflazione nel medio periodo, data l'ampia debolezza dell'economia e le dinamiche monetarie deboli". Dunque, ha sottolineato il presidente della Bce, "monitoreremo tutte le informazioni in arrivo sugli sviluppi economici e monetari e valuteremo ogni impatto sulle previsioni sulla stabilita' dei prezzi". Secondo Draghi, la situazione "e' migliorata, sotto ogni punto di vista, rispetto a un anno fa". Soprattutto, si vedono "i primi segnali" che le decisioni sui tassi e le misure intraprese "stanno raggiungendo l'economia reale". In molti Paesi, ricorda Draghi, "ci sono state riforme" e i risultati degli aggiustamenti fiscali "ci sono stati ovunque, e molto consistenti". Il numero uno della Bce però avverte: sulle prospettive di crescita dell'Area Euro restano "rischi al ribasso" . "Gli sviluppi recenti per l'eurozona - sottolinea Draghi in conferenza stampa a Francoforte - le condizioni sui mercati finanziati e le incertezze collegate possono avere il potenziale di incidere negativamente sulle condizioni economiche". Non solo: secondo il presidente della Bce, "altri rischi al ribasso includono la possibilita' di una domanda interna e globale piu' debole del previsto e un'attuazione lenta o insufficiente della riforme strutturali nei Paesi dell'area euro". Nel descrivere in dettaglio la valutazione della Bce sullo stato dell'economia, Draghi sottolinea come, "dopo sei trimestri di contrazione economica nell'eurozona, i recenti indicatori sulla fiducia hanno dimostrato qualche ulteriore miglioramento e confermano provvisoriamente le aspettative di una stabilizzazione dell'attivita' economica ad un basso livello". Allo stesso tempo, pero', avverte il presidente della Bce, "le condizioni del mercato del lavoro restano basse", mentre, in prospettiva, per quanto riguarda la restante parte dell'anno ed il 2014, "la crescita delle esportazioni dell'area euro dovrebbe beneficiare di una ripresa graduale della domanda globale, mentre la domanda interna dovrebbe essere sostenuta dalla politica monetaria accomodante, come degli aumenti delle entrate reali grazie all'inflazione bassa". Inoltre, sottolinea ancora Draghi, "il miglioramento generale sui mercati finanziari cui abbiamo assistito dall'estate scorsa" sembra essersi "gradualmente" trasmesso all'economia reale, "come i progressi fatti nel consolidamento di bilancio". Detto questo, "i necessari aggiustamenti" nei bilanci del settore pubblico e privato "continueranno a pesare sull'attivita' economica" e "l'attivita' economica dell'area euro dovrebbe stabilizzarsi e riprendersi ad un ritmo lento". Draghi esorta quindi a rimuovere "le rigidità nel mercato del lavoro e aumentare la competitività, sostenendo in particolar modo le pmi" per abbassare il tasso di disoccupazione "soprattutto per i giovani".