Tremonti: il tesoretto non c'è
Roma - "La crisi economica in atto nel mondo e nell'Italia può aggravarsi": lo afferma il ministro dell'Economia Giulio Tremonti nel corso del suo intervento sul decreto legge sulla manovra nell'Aula di Montecitorio. Il Governo Berlusconi non ha ereditato "nessun tesoretto, nessuna ricchezza giacente o nascosta. Da tutte le parti ci sono numeri col segno 'meno''. Insomma, il quadro economico è certamente difficile, con i riflessi della crisi internazionale e dalla speculazione sul petrolio e sugli alimentari. “Ma il Paese ha strutture solide che se ben governate danno molte opportunità”. Il governo, ha aggiunto il ministro, sta seguendo due strade per uscire dalla crisi: «la stabilizzazione della finanza pubblica con una manovra triennale, la costruzione di una piattaforma per favorire la crescita». Ecco, in ordine gli obbiettivi dell’Esecutivo. 1) Ridurre il deficit senza aumentare le tasse 2) Distribuire i quattro miliardi di entrate aggiuntive derivanti dall'introduzione della Robin tax "al settore sociale" 3) Destinare 400 milioni di euro alla sicurezza (200 sono destinati alle assunzioni e 100 alla sicurezza urbana) 4) Abolire la figura del notaio per i trasferimenti delle società: novità che produce risparmi per circa 300 milioni di euro. 5) Difendere i tagli alla sanità: Tremonti ha sottolineato che per il 2009 "non ci sono interventi riduttivi; all'opposto c'è il finanziamento dei ticket che sarebbero scattati a causa della precedente Finanziaria. Dal 2010, poi, si riducono delle dinamiche incrementali". 6) Realizzare il federalismo fiscale con l’accordo di tutti: “Il federalismo fiscale, pur non referendabile, può essere fatto solo con un consenso generale. Anche nel sud si sta diffondendo l'idea che il federalismo fiscale sia un'idea positiva" ha aggiunto. Non solo: dal federalismo fiscale, che lega le tasse al territorio, "passa anche l'effettivo contrasto all'evasione”.