Luci rosse
Il prete che si spoglia in webcamricattato dalla falsa "Stefania":"Pagami o dico tutto al Vescovo"
Il sacerdote di Ardore, piccolo comune di Locride, celebrava messa, poi toglieva l'abito tolare e dava sfogo alle sue pulsioni sessuali sul internet, armato di webcam. Lui è Don Cosimo Castanò, che davanti alla telecamera intratteneva rapporti intimi, ed è stato intercettato (online) da un commerciante della zona, Agostino Tassone 45 anni, che sul web si spacciava per "Stefania". Il ricatto - "Stefania" ha riconosciuto il sacerdote, e quindi ha pensato di ricattarlo. L'uomo, nato a Torino ma residente nella cittadina, ha così cominciato - attraverso lettere anonime inviate in parrocchia - a minacciare il prete: "Paga o diffondo questo video. Lo mando al Vescovo". Gli chiedeva soldi in cambio del suo silenzio: inizialmente la cifra era di 10mila euro ma poi scese a 7,500. Il parroco acconsentì al pagamento e Tassone diede disposizione sulla consegna del denaro ma, il giorno stabilito per il ritiro, ad attenderlo trovò le forze dell'ordine e un'accusa di estorsione aggravata. La condanna - La storia hard risale al marzo 2009, ma è stata resa nota solo oggi. Tassone è stato condannato nel 2010 dal gup di Locri ad una pena pari ad un anno e sei mesi per estorsione. Il giudice, Gialuca Sarandrea, ha così riferito: "Aveva convinto il prete a denudarsi e mostrare l'organo genitale e aveva poi filmato la scena". Chi invece non ha pagato dazio è don Castanò che, secondo quanto disposto dal Vescovo della città monsignor Fiorini Morosini, non è stato rimosso dal suo incarico e, nonostante l'episodio hot, ha continuato a dir messa.