La mossa del governatore
Bce taglia i tassi di interesse allo 0,5%: nuovo minimo storico
La Bce guidata da Mario Draghi allenta ulteriormente la politica monetaria e mette all'angolo i falchi tedeschi della Bundesbank. Il presidente dell'Eurotower ha infatti tagliato il costo del denaro dallo 0,75% allo 0,5%, il nuovo minimo storico. La speranza è quella di rilanciare gli investimenti e la crescita. La decisione - dopo una serie di sedute negative condizionate dai dati sulla crescita negli Usa e in Cina - ha galvanizzato le Borse: Piazza Affari in pochi minuti ha recuperato dai minimi di giornata e si è portata in territorio positivo (per poi ripiombare in territorio negativo dopo l'intervento di Draghi in conferenza stampa). Ripercussioni positive anche sul fronte dello spread, in discesa sotto quota 263 punti base e con un rendimento inferiore al 3,9% per la cedola decennale. "Graduale ripresa" - In conferenza stampa, Draghi ha spiegato che l'attività economica dell'Eurozona imboccherà la via di "una graduale ripresa" solo nel secondo semestre dell'anno. Il governatore ha aggiunto che "le condizioni del mercato del lavoro della zona euro restano deboli", e quindi ha chiesto ai governi continentali di "non allentare i loro sforzi di consolidamento di bilancio e continuino a promuovere le riforme strutturali". Poi anche Draghi si unisce al coro di chi pensa che le tasse siano troppe: "Il consolidamento fiscale - ha spiegato - è recessivo sia nel breve che nel medio termine. E' quindi sconsigliabile perseguirlo attraverso aumenti delle tasse, piuttosto che attraverso tagli alla spesa corrente. Purtroppo in Europa buona parte del consolidamento fiscale è stato effettuato in condizioni di emergenza, nelle quali i governi hanno scelto la via più semplice, alzando ulteriormente le tasse in un'area del mondo dove le tasse sono già troppo alte", ha sottolineato Draghi. Stretta del credito - Il governatore ha spiegato che la Bce ha avviato le consultazioni con altre istituzioni europee per rilanciare il credito delle banche alle famiglie e alle imprese. Secondo Draghi "la paura di una mancanza di fondi non può essere una scusa per non prestare soldi da parte delle banche". Secondo il numero uno dell'Eurotower, le banche dei paesi più vulnerabili dell'Eurozona stanno continuando a restringere le condizioni del credito "ma a un ritmo più lento". Draghi ha aggiunto che "si è assistito a una stabilizzazione della dispersione dei tassi di interesse sui prestiti e un ritorno alla crescita dei depositi". In particolare, ha rimarcato Draghi, il tasso di rigetto delle richieste di prestiti dalle piccole e medie imprese si è recentemente ridotto".